Il 5 gennaio i condomini terrorizzati scrissero al prefetto
SASSARI. In quel grande quartiere che è Li Punti ieri notte quasi nessuno è riuscito a chiudere occhio: all’una e trenta del mattino, cioè all’ora dell’esplosione, chi era già nel mondo dei sogni si...
SASSARI. In quel grande quartiere che è Li Punti ieri notte quasi nessuno è riuscito a chiudere occhio: all’una e trenta del mattino, cioè all’ora dell’esplosione, chi era già nel mondo dei sogni si è destato di colpo pensando a un tuono dall’eccezionale potenza. Chi invece era ancora sveglio ha capito subito che un botto così secco, perentorio e violento, tanto da udirsi sino a Sant’Orsola e capace di far tremare i pavimenti, i muri delle abitazioni e di mandare in frantumi i vetri delle finestre, non poteva certo essere generato dal temporale. Fabio Cocco - il vicino che due settimane fa aveva sventato il primo attentato ai danni del locale mettendo in fuga alcuni malintenzionati - non ha avuto dubbi. Abita con la moglie Giuliana e i loro due bambini sopra il bar finito nel mirino degli attentatori, così che prima o poi qualcuno ci avrebbe riprovato se lo aspettava.
E con lui tutti i residenti di quella palazzina di via Monte Tignosu 15. Che infatti all’indomani del primo episodio avevano scritto una lettera al prefetto e al sindaco, chiedendo loro garanzie di sicurezza e incolumità, senza escludere l’ipotesi di far «spostare il locale in una struttura senza condomini». L’appello, letto alla luce di quanto è effettivamente accaduto ieri notte, appare come un inquietante presagio. Non fosse altro perché si conclude con queste parole scritte in tempi non sospetti: «Ci ritroviamo per la prima volta a vivere con il terrore della bomba sotto casa».
E la bomba, purtroppo, è arrivata davvero. «Per anni - racconta Valeria Usai - abbiamo abitato in questo condominio in assoluta tranquillità, senza mai intrusioni di estranei, nessun tentativo di furto, nessuna paura a uscire la sera per buttare i rifiuti». Poi all’improvviso l’incubo. «Adesso la paura crescerà di giorno in giorno in attesa dell'apertura di questo bar - continua - e di ciò che potrebbe accadere a noi che la notte ci dormiamo sopra soltanto perché qualche malvivente non è contento di questa attività».
Ieri pomeriggio gli stessi condomini hanno deciso di scrivere ancora al sindaco. «Come temevamo - si legge nella lettera - è andato a segno il secondo tentativo intimidatorio. Nel cuore della notte siamo stati svegliati dall’esplosione e il primo pensiero è andato ai due bambini che abitano nell’appartamento centrale della palazzina, rimasti fortunatamente illesi, anche se terrorizzati». E ancora: «Comprendiamo che il gestore del nuovo locale non ha colpe e ha tutto il diritto di lavorare, ma noi abbiamo il diritto di vivere e vivere sereni: non ci abbandonate all’angoscia che la terza volta possa esserci fatale». (andrea massidda)