La Nuova Sardegna

Sassari

In aula tra sfottò e battibecchi. Il sindaco: "Non mi dimetto"

di Vincenzo Garofalo

Sassari, deluso chi si aspettava un commiato con dimissioni protocollate e ringraziamenti alla città

21 febbraio 2014
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SASSARI. Chi si aspettava un commiato con dimissioni protocollate e ringraziamenti alla città è rimasto deluso. Alla prima riunione del Consiglio comunale post elezioni, Gianfranco Ganau, fresco dei diecimila voti che lo proietteranno in Consiglio regionale, annuncia in aula, senza il minimo tentennamento, che lui resterà sindaco di Sassari fino a quando la legge glielo premetterà, ossia fino a quando non sarà dichiarata, per legge, l’incompatibilità fra le due cariche di primo cittadino sassarese e onorevole del parlamentino sardo.

L’opposizione pungola, ma Ganau non vacilla: «Ci sono norme precise che stabiliscono quando scatta l’incompatibilità e quali sono i tempi per andare a eventuali elezioni sfruttando la prima finestra elettorale», dice con tono quasi piccato rispondendo alle sollecitazioni dei consiglieri Giancarlo Carta (FI) e Pier Paolo Panu (Autonomia socialista), «è tutto dettato dalle norme, quindi non vedo cosa ci sia da chiarire». Nell’aula consiliare di Palazzo ducale si respira un’area surreale, di attesa. Ma in realtà, come ha fatto capire il sindaco, nulla sta per succedere. I banchi del centrosinistra risplendono di sorrisi e petti gonfi per la vittoria elettorale che ha confermato, nel caso ci fossero dubbi, che Sassari continua a essere il fortino inespugnabile della coalizione guidata dal Pd. Nelle poltroncine del centrodestra, nessuno si strappa i capelli per la disperazione, ma aleggia un’atmosfera indubbiamente mogia. E quando Giancarlo Carta, candidato alla Regione ma sconfitto alle urne, prende la parola, dai banchi della maggioranza arriva puntuale la stilettata, «cos'è ti brucia la sconfitta?». Carta incassa e restituisce: «vincere le elezioni non fa diventare signori». Manuel Alivesi (FI) presenta un’interpellanza, con cui chiede al segretario comunale di chiarire la posizione del sindaco: «che si definisca lo status del primo cittadino, sempre che sia stato formalizzato, e si definisca inoltre la fonte giuridica e normativa che prevede l’istituto dell’autosospensione».

I battibecchi post elettorali in aula si esauriscono in pochi minuti, ma nei corridoi la sfida continua: «La città ha necessità di avere un sindaco e non do essere guidata da un vicesindaco nominato», continua Carta. «In questo momento non abbiamo un sindaco, e il Comune non può essere lasciato in mano a un vicesindaco che non è stato eletto», ribadisce Giovanni Fadda (Unidos). Gli fa eco l’Udc Ottaviano Canalis, « Le dimissioni di Ganau sono necessarie per fare chiarezza da subito e non far scadere i termini per poter andare immediatamente a nuove elezioni».

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