La Nuova Sardegna

Sassari

Sottrazione di minore, padre assolto

di Nadia Cossu
Sottrazione di minore, padre assolto

A carico di un perito informatico di un centro del Logudoro sono cadute anche le accuse di maltrattamenti e violenza privata

26 febbraio 2014
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SASSARI. È stato lo stesso pubblico ministero, al termine della discussione, a chiedere l’assoluzione con formula ampia per un padre che nel 2011 era finito a processo con cinque capi di imputazione a carico: maltrattamenti, sottrazione di minore, violenza privata, calunnia e furto di un documento (un permesso di soggiorno nella fattispecie). Il giudice Salvatore Marinano ieri lo ha assolto da tutte e cinque le accuse perché il fatto non sussiste.

Una storia delicata e complessa che all’epoca – i fatti avvennero nel 2009 in una cittadina del Logudoro – finì anche nelle tv nazionali. L’imputato, un perito informatico di 45 anni, al termine di una convivenza con una donna bulgara dalla quale aveva avuto un bambino, si era ritrovato a vivere il peggiore degli incubi dopo una serie di denunce e querele presentate dalla ex, sostenuta dai suoceri, che avevano convinto la Procura a rinviarlo a giudizio. Ma ieri tutto il quadro accusatorio è stato smantellato dall’avvocato difensore Antonio Secci (pochi minuti prima il pubblico ministero Ilaria Achenza aveva chiesto l’assoluzione). A partire dai maltrattamenti: «Un insulto sporadico non può essere configurato come reato di maltrattamenti – ha detto Secci nella sua arringa – non c’era una condotta abituale di questo tipo». La violenza privata? «La compagna disse – ha proseguito il legale – di esser stata cacciata via di casa, peccato che se ne sia andata lei e in ogni caso l’appartamento era del mio assistito, quindi dove sarebbe stata la violenza privata?». Così come è venuta a cadere l’accusa di furto. Il riferimento è a un permesso di soggiorno che, a detta della donna, il suo ex convivente le avrebbe sottratto per fare in modo che lei non andasse in Bulgaria: «Ma che bisogno aveva il compagno di far sparire quel documento se la Bulgaria nel 2006 era entrata a far parte dell’Unione Europea?».

E poi c’è la vicenda della sottrazione del minore. Un bambino di quattro anni che dopo la separazione della coppia si è ritrovato a dover vivere una situazione difficile. Il padre lo andava a prendere all’asilo e, preoccupato per le sue condizioni di salute dovute a un problema al ginocchio, lo aveva portato a Quartu (dove viveva una parente) per sottoporlo a una visita specialistica. «Un pretesto per allontanarlo dalla madre», secondo l’avvocato di parte civile Adriana Pisu che durante l’udienza di ieri ha sottolineato come la mamma del piccolo abbia «sempre agito nell’ambito della legalità, addirittura rivolgendosi all’ambasciata per sapere come doveva comportarsi in una situazione di quel tipo, con tutte le preoccupazioni che possono derivare dall’essere una donna straniera». «Nessun pretesto – ha replicato Secci che ha esibito anche un certificato medico del Gaslini di Genova dove il bambino era stato accompagnato successivamente per una visita al piede – Non può esserci alcuna sottrazione dal momento che la visita dallo specialista di Quartu era stata consigliata dalla stessa pediatra e, soprattutto, c’era un provvedimento del tribunale dei minori di affidamento condiviso. Un giudice mai avrebbe potuto disporlo se avesse avuto anche il minimo dubbio che quel padre fosse violento e vessatorio. La vera e unica paura di quest’uomo era che la ex compagna gli portasse via per sempre suo figlio». La sostanza, quindi, secondo la difesa è che «questi fatti potevano avere al limite una rilevanza civilistica. Invece è stato fatto un processo penale sul nulla». E il giudice gli ha dato ragione.

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