La Nuova Sardegna

Sassari

Attesa e timori alla Cobec: «Non siamo rami secchi»

Attesa e timori alla Cobec: «Non siamo rami secchi»

Preoccupazione tra i lavoratori dopo l’annuncio del piano di licenziamenti Il sindacato: il gioco è in mano all’azienda, proporremo soluzioni alternative

17 marzo 2014
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SASSARI. Nessuno di loro considera il reparto o il punto vendita dove lavora un “ramo secco”, come Rinaldo Carta ha invece definito i settori dove potrebbero crearsi gli esuberi, e tuttavia nessuno vuole esporsi in prima persona. I lavoratori della Cobec Sisa sono molto preoccupati per il loro futuro e sperano nella svolta positiva di una vertenza che, dicono in tanti, non è stata ancora aperta ed è circondata dalla incertezza. Anche per questo, in attesa degli eventi, tutti preferiscono tacere. «Non ho niente da dire – sussurra una commessa – e non credo che qui dentro ci sia qualcuno disposto a parlare».

In attesa del piano di ristrutturazione che prevede il piano di licenziamenti annunciato la direzione aziendale, nei supermercati sassaresi del gruppo i “no comment” si sprecano. Tutti sperano di non rientrare tra quelli che Rinaldo Carta, patron del gruppo, ha definito i «rami secchi che saremo costretti a tagliare dopo che i sindacati hanno detto no alle strade alternative che non erano i soliti licenziamenti collettivi o il ricorso agli ammortizzatori sociali». La strada indicata dal gruppo era quella dell’applicazione del “contratto di prossimità”, in pratica la possibilità di far lavorare il personale 48 ore ma pagandone solo 40 per far fronte alla crisi che incombe. I sindacati considerano impraticabile «l’abbattimento per accordo del 20 per cento del costo del lavoro – dice Giampiero Manai della Uiltucs – che creerebbe uno squilibrio nella concorrenza e creerebbe un effetto domino».

La reazione della direzione aziendale è stata l’annuncio degli esuberi. Ma intorno a questo piano c’è grande incertezza. La Cobec Sisa, infatti, non ha specificato nè il numero effettivo dei licenziamenti e non ha annunciato quali sarebbero i cosiddetti “rami secchi”, punti vendita o reparti, da tagliare.

Se i lavoratori sono molto preoccupati per il proprio futuro, i sindacati aspettano la prossima mossa del gruppo. «In questo momento il gioco è in mano all’azienda – spiega il segretario generale della Uiltucs Sassari-Gallura –. La Cobec potrebbe dichiarare gli esuberi e avviare la procedura di licenziamenti collettivi». A questo punto, torneanno in campo i sindacati di categoria che dovranno essere consultati. «Quando accadrà – annuncia Giampiero Manai – proporremo anche alla Cobec Sisa soluzioni alternative, come abbiamo fatto nel passato recente ad altre società della grande distribuzione».

L’ultimo incontro tra la Cobec e i sindacati risale al 25 febbraio, quando il gruppo aveva prospettato la possibilità, per superare il periodo di crisi, di applicare i “contratti di prossimità”. Dopo quella riunione, la situazione si è notevolmente complicata. Ma non è detta l’ultima parola. I lavoratori del gruppo sperano in una ripresa del dialogo e in una soluzione positiva.

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