La Nuova Sardegna

Sassari

Il Lido di Platamona va in fiamme

di Luigi Soriga
Il Lido di Platamona va in fiamme

Qualcuno ha appiccato l’incendio nei ruderi in legno del vecchio ristorante, lingue di fuoco alte più di dieci metri

23 aprile 2014
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SASSARI. E’ strano come a volte il destino sembra accanirsi sopra certi luoghi. Il fuoco che illumina a giorno uno spicchio buio del golfo dell’Asinara, le fiamme che si vedono a chilometri e chilometri di distanza, e i brandelli del Lido di Sassari trasformati in una catasta ardente, hanno un qualcosa di simbolico. Sembrano quasi un gesto estremo di qualcuno che ha conosciuto la ricchezza e non si rassegna alla miseria, come quei disperati che vogliono uscire dall’indifferenza e si cospargono di benzina, per urlare al mondo la propria sventura. Poi magari la spiegazione è molto meno romantica, e il lido che brucia si deve solo alla stupidaggine di qualche vandalo, che ora si gode in disparte il suo capolavoro e osserva i vigili rovesciare ettolitri d’acqua sulla montagna di fuoco.

La causa non può essere sicuramente un cortocircuito, dal momento che l’ energia elettrica è staccata da anni. Perciò non ci sono inneschi naturali, l’autocombustione di notte è difficile, la matrice dolosa è scontata. Anche l’ipotesi di un dispetto regge poco, perché dar fuoco al Lido è come bruciare il deserto. Allora la vera scintilla, quella più plausibile, probabilmente è la noia. Il risultato è che il Lido di Sassari cade ancora più a pezzi, e fa tristezza vederlo anche annerito e affumicato. Ne ingigantisce la sensazione di abbandono. L’incendio è partito dai depositi di legno posti a fianco dell’ex ristorante. E’ come accendere un fiammifero in una tanica di benzina, il fuoco divampa in un istante. Dopodiché la leggera brezza che tira dal mare ha fatto il resto, sospingendo le fiamme sulla destra e investendo lo scheletro di legno che un tempo ospitava la spaghetteria. «Forse era l’unica parte recuperabile – dice Antonio Chironi – che dai quei quattro ruderi vorrebbe far rinascere il New Lido». Ma il danno, a pensarci bene, non è così grave. Infatti le ruspe avrebbero dovuto radere al suolo le strutture prima, e lo faranno anche adesso. Le operazioni di bonifica non cambieranno di una virgola. Questo naturalmente se la burocrazia si sbloccherà, e il progetto di risanamento del Lido otterrà in breve tempo tutte le autorizzazioni. Perché ancora è tutto fermo e di questo passo non sarà facile riuscire ad aprire anche due chioschi per l’estate. C’è da sgomberare i vecchi prefabbricati ormai bruciati e pericolanti, e c’è da mettere in sicurezza i luoghi. Dopo un’ora di lavoro il bagliore che illumina Platamona è spento, e ci sono solo i lampeggianti dei vigili del fuoco e dei carabinieri a fendere l’oscurità. Le ricerche hanno dato esisto negativo e non è stato trovato alcun innesco. Domani mattina, con la luce del sole, forse qualche indizio salterà fuori.

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