La Nuova Sardegna

Sassari

Centro trasfusionale, organico all’osso e saltano le donazioni

di Barbara Mastino

Allarme della Fidas che si rivolge alla direzione dell’Asl: «Serve più personale, le raccolte di sangue già sospese»

07 maggio 2014
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OZIERI. «La situazione di organico ridotto nel centro trasfusionale dell’ospedale Segni penalizza gravemente l’attività di raccolta sangue». Ad affermarlo con forza è il direttivo dell’associazione di volontariato Fidas Ozieri, che negli ultimi due mesi ha dovuto rinunciare a vari appuntamenti di raccolta straordinaria del sangue proprio a causa delle riduzioni del carico di lavoro del centro trasfusionale imposte dal personale ridotto.

Soprattutto già da aprile si è dovuto rinunciare alle raccolte domenicali, che si svolgevano ogni prima domenica del mese (e che sono state definitivamente sospese a tempo indeterminato da domenica scorsa, 4 maggio), ma anche a quelle fuori sede: l’ultima si è svolta a metà aprile a Nughedu, ma la prossima in programma, prevista per fine maggio a San Nicola, è già stata annullata.

Il personale infermieristico del centro trasfusionale attualmente è di sole due unità e ne servirebbero almeno altre due per far fronte alle esigenze del servizio. Due infermieri adeguatamente formati, perché come dice il presidente della Fidas Ozieri Giuseppe Zintu «non si possono coprire i turni del centro con personale proveniente da altre unità operative, poiché si tratta di compiti particolari che richiedono una formazione specifica che dura mesi». Così non sta avvenendo nel Centro di Ozieri, dove per coprire i turni ultimamente si è utilizzato personale infermieristico proveniente da altri reparti «che oltre a non essere adeguatamente formato - dice ancora Giuseppe Zintu - non era giustamente sempre disponibile».

Per questo la Fidas Ozieri (che conta sette sedi staccate nel territorio, con centinaia di iscritti, e che lo scorso anno ha raccolto con il centro trasfusionale più di mille donazioni) non si accontenta delle rassicurazioni della direzione generale dell’Asl, che nei giorni scorsi ha annunciato il ritorno alla normalità con il rientro in servizio di un infermiere dall’aspettativa.

Un rientro in servizio non basta, occorre potenziare l’organico per ripristinare le raccolte domenicali e quelle fuori sede, «appuntamenti importantissimi che ci hanno sempre consentito di avvicinare alla donazione persone non di Ozieri o che non possono recarsi al centro negli orari di lavoro». «Se si continua così – dice Zintu – si rischia di perdere donatori e donazioni e sarebbe un dramma se solo si pensa che, allo stato attuale, la Sardegna già importa un terzo del fabbisogno di sangue da altre regioni d’Italia. Una pratica costosa per la collettività e oltretutto pericolosa, perché si rischia di non avere sangue per le emergenze. Senza contare che il sangue scade: non si può conservare per più di una quarantina di giorni per gli usi normali e addirittura per non più di dieci in caso dei pazienti che devono sottoporsi a frequenti trasfusioni, che non sono pochi anche nel territorio di Ozieri.

«Mi rivolgo alla direzione generale dell’Asl affinché ponga rimedio a questa situazione e chiedo l’appoggio delle istituzioni e della conferenza dei sindaci del distretto affinché si facciano portavoce di questa richiesta. Non dimentichiamo – conclude – il dettame della legge 219 del 2005, che ha rinforzato il concetto che “l’autosufficienza di sangue e derivati costituisce un interesse nazionale, sovraregionale e sovraziendale”».

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