La Nuova Sardegna

Sassari

Energia, comitati in marcia contro speculatori e veleni

di Marioi Bonu
Energia, comitati in marcia contro speculatori e veleni

Oggi dalla sede del Wwf parte la prima delle quattro tappe verso Cagliari Al presidente della Regione Pigliaru si chiederà lo stop a nuovi impianti

16 maggio 2014
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SASSARI. Una marcia su Cagliari per la difesa dell’ambiente, del territorio, della salute, contro le aggressioni speculative tese «a trasformare la Sardegna in una piattaforma energetica per progetti di sviluppo esterni all’isola e in centro di commercio, stoccaggio o smaltimento di merci, di fonti energetiche e di rifiuti prodotti altrove, anche mediante l’accaparramento delle migliori terre a preminente vocazione agricola”. Parte oggi da Sassari, organizzata dal coordinamento sardo “Non bruciamoci il futuro”-“Comitati sardi inRete”, che comprende una quarantina di organismi impegnati su tutto il territorio regionale. Sarà una marcia simbolica che, oltre alla tappa sassarese di oggi, prevista per le 17,30, nella sede del Wwf, in piazza San Pietro di Silki, si fermerà nel Marghine e nel Medio Campidano e si concluderà a Cagliari, per chiedere al presidente della Regione un confronto sulle tematiche sollevate dai comitati, e per consegnargli un documento di moratoria con le firme dei cittadini sardi incontrati durante le tappe della marcia. All’incontro di oggi, cui sono invitati i sei candidati sindaci per la guida della città, verranno presentate le tematiche che i comitati, prima a livello locale e in modo frammentato, poi nella maniera sempre più coordinata e condivisa che ha condotto al risultato del coordinamento regionale promotore della marcia di oggi, hanno elaborato di fronte a quello che è stato definito un vero e proprio esproprio di territorio e di prerogative delle popolazioni. A iniziare dalla sostanziale inerzia della Regione, dalla centralizzazione e dal trasferimento fuori dell’isola della ricchezza prodotta, dall’esclusione dalla possibilità di partecipare come singoli e come comunità alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo, dal decreto “Destinazione Italia”, “che ha posto le basi per un sostanziale disimpegno degli inquinatori dall’obbligo di bonifica, e che vede lo Stato avocare a sé competenze che riguardano la nostra isola nel settore ambientale come nella ricerca di risorse geotermiche per la produzione di energia elettrica». Per tutti questi motivi, i comitati chiedono «un atto urgente di moratoria che preveda lo stop immediato delle procedure di autorizzazione per tutti i nuovi progetti di impianti di produzione di energia da combustione, dei progetti per la produzione di energie rinnovabili non vincolati all'autoconsumo, degli impianti di incenerimento dei rifiuti e di potenziamento di quelli esistenti, in attesa della definizione dei nuovi Piani regionali su energia, rifiuti, paesaggio; lo stop immediato al nuovo Piano energetico ambientale; la difesa delle prerogative della Regione e il rafforzamento in materia legislativa concorrente, nella gestione dell’ambiente e delle fonti energetiche».

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