Non cercò di rapire un bimbo, pena ridotta
La corte d’appello accoglie la richiesta del legale e dispone la scarcerazione di un albanese di 28 anni
SASSARI. Dopo un anno di carcere con l’infamante accusa di aver tentato di sequestrare un bambino di quattro anni, l’albanese Madì Muratti ieri è uscito da Bancali perché i giudici della corte d’appello hanno accolto la richiesta dell’avvocato Chiara Loriga derubricando il reato a violenza privata e disponendo l’immediata scarcerazione dell’imputato. In primo grado il pubblico ministero Carlo Scalas aveva chiesto quattro anni e otto mesi. Processato con rito abbreviato Muratti era stato condannato a due anni e mezzo. Ieri, in appello, il pm ha chiesto due anni, l’avvocato Loriga a conclusione della sua discussione ha invece chiesto l’assoluzione o la derubricazione del reato e i giudici, accogliendo quest’ultima istanza, lo hanno condannato a un anno e otto mesi, con la sospensione condizionale della pena e la scarcerazione.
L’episodio risale a giugno dello scorso anno: l’albanese era stato rinchiuso in carcere dopo esser stato arrestato dagli agenti delle volanti con l’accusa di tentato sequestro ai danni di un minore, resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità. Due giorni prima, infatti, il giovane, ubriaco, mentre girava per il centro storico dopo essere uscito da un locale, stando all’accusa si era fermato vicino a un gruppo di bambini e ragazzi che giocava per strada e aveva discusso con loro. Nei momenti concitati aveva strattonato e afferrato per un braccio un bambino di 4 anni che era anche caduto a terra nel tentativo forse di divincolarsi. Il piccolo, impaurito, si era allontanato e aveva raccontato ai genitori di quel giovane che lo aveva afferrato per un braccio. Nel mentre alcune persone avevano avvisato la polizia che in pochi minuti era arrivata sul posto. Gli agenti, a fatica, erano riusciti a immobilizzarlo e portarlo in questura e poi in carcere.
Diversa la ricostruzione dei fatti fornita dall’uomo attraverso il suo legale: «Sì, io avevo bevuto ma hanno iniziato loro a schernirmi. Ho chiesto di essere lasciato in pace e continuavano imperterriti. Il bambino è vero che l’ho strattonato ma mica avevo intenzione di rapirlo. E per quale motivo? L’ho solo spostato e lui è caduto». I giudici evidentemente hanno creduto a questa versione dei fatti. (na.co.)