La Nuova Sardegna

Sassari

Dai futuri chef un dizionario sardo-inglese

di Antonio Meloni
Dai futuri chef un dizionario sardo-inglese

Sassari, i docenti e gli studenti dell’Istituto alberghiero “sfornano” un manuale utile per la conversazione

25 maggio 2014
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SASSARI. Più che un punto d’arrivo è l’avvio di un percorso più ampio che vede l’Alberghiero un’altra volta in prima linea sul fronte della valorizzazione della cultura sarda. E se questa è solo la premessa è certo che il risultato sarà all’altezza delle aspettative. L’hanno intitolato “Sardu e inglesu cara a cara” per rimarcare il fatto che non si tratta di una grammatica, ma di un pratico manuale di conversazione che, saltando a piè pari l’italiano, mette a confronto il sardo, quello della limba comuna, con l’inglese. Per realizzarlo ci hanno lavorato due insegnanti dell’istituto di via Cedrino, Maria Antonietta Meloni e Clara Farina, con il coordinamento di Tore Sfodello e lo stimolo costante degli studenti della seconda I che durante un intero anno scolastico hanno collaborato fattivamente alla composizione del manuale. Ieri, in aula magna, il dirigente Roberto Cesaraccio, affiancato dal rettore dell’ateneo Attilio Mastino e dalle autrici, ha presentato il volumetto edito dalla sassarese Edes.

Grafica accattivante, colori vivaci ed esercizi ripartiti per sezioni che simulano la situazioni più disparate, partendo dalle “abitudinès de cada die” o “daily habits” fino ad arrivare a scuola “in scola/at school”. Esempi chiari di brevi conversazioni, corredati da schemi da riempire e arricchiti da un apparato iconografico realizzato “in casa” dagli stessi autori con il coinvolgimento diretto degli studenti. L’intento degli autori non era solo quello di creare uno strumento didattico utilissimo per le finalità della scuola, ma anche contribuire in modo pratico a rendere dignità alla lingua e alla cultura sarda. «La tecnica impiegata per realizzare il manuale - hanno spiegato infatti Maria Antonietta Meloni e Clara Farina - è quella indicata dai documenti del Consiglio d’Europa per l’insegnamento delle lingue straniere».

Il sardo come l’inglese, dunque, per arricchire ulteriormente il dibattito sul tema sempre attuale del plurilinguismo «che rappresenta - come ha fatto notare il rettore Mastino, citando il compianto Giovanni Lilliu - l’unica strada percorribile per realizzare una comunicazione che non sia univoca». Al riguardo va rimarcato il fatto che nel volume non c’è un termine in italiano e questo di per sé è un elemento di novità. Tra le sezioni che compongono il volume merita una citazione speciale quella intitolata “A giru in sa tzidade mea/around my town” in cui si ritrovano, tradotti in inglese direttamente dal sardo, immagini e didascalie relative ai fatti più importanti, una mini storia di Sassari raccontata in pillole che rievoca vicende e feste, ma anche personaggi storici noti.

Un lavoro meticoloso e originale pensato con finalità didattiche, ma che non mancherà di appassionare anche il lettore curioso e attento. Tra i testi e le immagini del manuale (gli autori preferiscono definirlo semplicemente un quaderno) filtra anche il ruolo importante dell’istituto alberghiero, con le sue strutture, le cucine, ma soprattutto l’impegno nella salvaguardia e nella valorizzazione delle produzioni tipiche, terreno su cui da qual che tempo la scuola diretta da Roberto Cesaraccio, è particolarmente impegnata.

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