La Nuova Sardegna

Sassari

Marea nera nel golfo dell’Asinara: condotta a terra causò il disastro

Marea nera nel golfo dell’Asinara: condotta a terra causò il disastro

Sassari, la deposizione al processo dell’ex capo della sicurezza della Capitaneria di porto per l’incidente notturno che interessò anche il parco marino

27 maggio 2014
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SASSARI. Dall'intervento d'emergenza effettuato dopo il disastro emerse che lo sversamento non proveniva dalla nave di rifornimento, ma dalle condutture a terra. Così nella sua deposizione in aula l'allora capo servizio della sicurezza e della navigazione portuale della Capitaneria di Porto Torres, Mirko Orrù, chiamato dal pm Paolo Piras sul banco dei testimoni alla ripresa del processo, oggi a Sassari, per individuare i responsabili del disastro ambientale prodotto dai 36mila litri di olio combustibile che la notte tra il 10 e l'11 gennaio si riversarono nel golfo dell'Asinara.

Dalla banchina di Fiumesanto, dove si scaricava l'olio combustibile destinato ai gruppi 1 e 2, furono sversate in mare e sulle coste 48 tonnellate di carburante a causa della rottura di un tubo. Lo sversamento interessò l'intero golfo: il grosso dell'olio combustibile si spiaggiò fra Platamona e Marritza, lasciando però più di una traccia sulle spiagge e sulle rocce della Gallura, senza risparmiare Porto Torres e il Parco nazionale dell'Asinara.

E oggi Mirko Orrù ha ribadito la versione già fornita con la relazione tecnica resa immediatamente dopo il disastro ambientale. Per la «marea nera» sono imputati Marco Bertolino, 45 anni, direttore della centrale elettrica di E.On a Fiumesanto, Salvatore Signoriello, 60 anni, manager di E.On Produzioni Italia e direttore di Fiumesanto tra il marzo 2000 e il luglio 2002 per Endesa Italia, e Francesco Capriotti, 59 anni, dirigente di Enelpower dal 2002 al 2004. Per loro l'accusa è di crollo colposo aggravato dalla previsione dell'evento e deturpamento delle bellezze naturali.

Tra le parti civili, insieme ai Comuni costieri, ci sono Provincia e Comune di Sassari e alcune associazioni di tutela dell'ambiente. Tra queste il Gruppo di intervento giuridico (Grig). «Lo sversamento è stato un vero e proprio disastro ambientale, contro il quale le amministrazioni locali e le associazioni ambientaliste hanno deciso di reagire costituendosi parte civile - ha ricordato Stefano Deliperi di Grig - È grave che non ci sono lo Stato e la Regione Sardegna, che incombono con la loro assenza sul processo come convitati di pietra». La prossima udienza del processo è fissata per il 23 settembre prossimo, parlerà il perito del pubblico ministero.

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