La Nuova Sardegna

Sassari

Raccolta di firme: «Le monache restino»

Raccolta di firme: «Le monache restino»

Consegnate all’Arcivescovado 250 adesioni per scongiurare che il convento delle Cappuccine chiuda

28 maggio 2014
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SASSARI. Cresce la mobilitazione contro la chiusura del convento delle Monache Cappuccine. Domenica scorsa, prima e dopo la messa celebrata dall’arcivesco, sono state raccolte 250 firme ed è nato anche un gruppo su Facebook a sostegno. In una lettera i promotori, che hanno consegnato le firme all’Arcivescovado, parlano di «dolore e sgomento non soltanto negli abitanti del quartiere ma in tutta la città di Sassari che, ancora una volta, si vede privata di un pezzo della sua storia: l’importante e generosa presenza delle Monache Cappuccine Madre Arcangela, Suor Teresina e Suor Josepha che in questi decenni hanno tenuto viva l’istituzione ed hanno permesso ai sassaresi di poter accedere a quel gioiello di chiesa, annessa al Convento, intitolata a Gesù, Giuseppe e Maria che loro curavano con tanto amore».

I cittadini si chiedono cosa sia successo perché «all’improvviso questa struttura venisse chiusa e le sue abitanti trasferite in differenti conventi». E si chiedono: «Forse è l’età ormai avanzata delle tre sorelle che, comunque fin ora, hanno continuato a tenere vive le tradizioni e fare quotidianamente carità a tante persone indigenti? Forse il problema dell’assistenza di cui necessitano, in quanto anziane e quindi bisognose di cure che potrebbero essere prestate da persone competenti delegate dal comune e dalla diocesi, in attesa che arrivino le suore dal Cile?»

«Noi non sappiamo quale sia la ragione che ha spinto il responsabile dell’Ordine a prendere questa determinazione ma, da persone sensibili e affezionate a queste Sorelle distrutte dal dolore per la chiusura della “loro e nostra casa”, non possiamo che manifestare il nostro dissenso davanti ad una decisione che appare così crudele».

E che protrebbe avere ripercussioni: «Si sono chieste le istituzioni ecclesiastiche e comunali cosa sarà del nostro povero centro storico, costretto a languire già da anni per la chiusura di numerosi esercizi commerciali e lo spopolamento ad esso connesso, che è stato privato anche degli antichi luoghi di culto, chiusi per assenza di custodi, come Santa Caterina, Sant’Andrea, San Donato, San Sisto, San Giacomo e Sant’Antonio gli ultimi dei quali aperti solo per qualche ora? A tutto ciò si è ora aggiunta la chiusura del Convento e della Chiesa che creerà un vuoto ancora più grande e incolmabile in questo quartiere in cui la presenza delle suore era determinante e costituiva un riferimento importante, una certezza, un conforto».

I firmatari affermano quindi che l’obiettivo da raggiungere è «sensibilizzare sia le istituzioni religiose sia le istituzioni pubbliche affinché evitino l’assunzione di decisioni così gravi, forse obbligate ma che appaiono poco sensibili e, almeno in apparenza, prive di riconoscenza verso chi davvero ha speso l’intera sua vita per il prossimo e che non merita nell’ultima parte del proprio percorso di patire un dolore tanto grande».

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