La Nuova Sardegna

Sassari

La Asl chiude la porta alla rabbia di Ittiri

di Vincenzo Masia
La Asl chiude la porta alla rabbia di Ittiri

Vertenza guardia medica, sindaco e consiglieri comunali ieri a Sassari non sono stati ricevuti dal direttore generale

05 giugno 2014
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ITTIRI. Il consiglio comunale di Ittiri, convocato ieri alle 10 davanti ai locali della Direzione Generale della Asl n.1 di Sassari, in seduta straordinaria e aperta al pubblico, per protestare contro la soppressione del servizio di guardia medica diurna, operato presso il presidio ospedaliero Alivesi, ha assunto, da subito, le caratteristiche di un monologo, magari a più voci, ma provenienti tutte dalla stessa parte. Infatti, l'interlocutore naturale, il direttore generale Marcello Giannico, ha ritenuto di non dover ricevere neppure una delegazione, mantenendo chiusi i cancelli della anche quando, con forte determinazione, alcuni manifestanti hanno “bussato” chiedendo di essere ricevuti. A guidare la delegazione il sindaco di Ittiri Tonino Orani, assieme agli assessori e al Consiglio quasi al completo.

A dare il via al coro delle proteste è stato il primo cittadino che ha manifestato la delusione per le mancate risposte della Regione e delle forze politiche tutte, per un problema che non è solo di Ittiri ma dell'intero territorio. Sulla stessa lunghezza d'onda l'assessore Gianni Dedola che ha chiesto, ad un interlocutore fantasma, di spiegare perché si tagliano i servizi essenziali, per risparmiare risorse pubbliche mentre si assiste a uno sperpero generalizzato che, si vuole far pagare ai cittadini negando loro la pur minima assistenza sanitaria. Numerose e pesanti le accuse rivolte a Giannico per il modo con cui si è operata una scelta importante che avrebbe dovuto coinvolgere i cittadini del territorio per il tramite delle istituzioni locali. «Questo non è avvenuto – ha denunciato Orani – e le notizie, in un primo momento, e comunque a cose fatte, le abbiamo avute per vie traverse e non in modo ufficiale, come avviene in un paese civile, da parte di chi è preposto a gestire la sanità pubblica».

Nel coro di proteste le voci di molti cittadini che hanno condannato, all'unisono, la scelta della Asl e l'assenza della politica. Al riguardo, rendono chiara la posizione che occorre assumere per il futuro se si vuole salvare l'Alivesi”, le valutazioni di alcuni consiglieri comunali che parlano di problema, all'origine, di tipo eminentemente politico, la cui soluzione va cercata e concordata in sede politica, con quelle forze che in regione e nel territorio hanno la responsabilità di governo. «Occorre prendere atto – sostiene Caterina Piras, consigliere del Pd – che esiste una larghissima fascia della sanità che va oltre le patologie acute per la quale occorre disporre di strutture adeguate e decentrate. Ittiri si candida a gestire la parte di competenza nel territorio". Gli fa eco l'Assessore Antonio Sau affermando che «le scelte come quelle operate dalla Asl portano ad un progressivo ma inesorabile spopolamento dei piccoli centri». Forte la rabbia tra i cittadini che hanno chiesto a Giannico, destinatario di una lunga serie di accuse, di ritornare sui propri passi e di aprirsi al confronto in un'ottica che veda il presidio ospedaliero di Ittiri come parte organica di un processo mirato ad evitare le lunghe code al pronto soccorso di Sassari dove spesso arrivano pazienti che dopo ore di estenuante attesa, magari con codice bianco o verde, vengono rimandati a casa con un semplice punto di sutura. Con la manifestazione di ieri non si chiude un capitolo sulla sanità ittirese anzi, a sentire sindaco, giunta, consiglieri e cittadini, si apre un nuovo capitolo sposta il tiro sul piano politico . Non rimane che attendere.

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