La Nuova Sardegna

Sassari

Villaggio sotto sequestro, sei indagati

di Gianni Bazzoni
Villaggio sotto sequestro, sei indagati

Indagine dei carabinieri sul complesso Acqua Marina all’Ancora. Le strutture dell’albergo vendute come residenze singole

12 giugno 2014
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SASSARI. Panorama mozzafiato con vista sul Golfo dell’Asinara, a poco più di 500 metri dal mare, nella zona collinare di Stintino. Uno degli angoli più belli. Qui è stato realizzato un complesso turistico alberghiero che - da ieri - è sotto sequestro su ordine della procura della Repubblica di Sassari a conclusione di una indagine condotta dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale che hanno agito in collaborazione con i militari della stazione di Stintino. Il patrimonio immobiliare ha un valore di circa 6 milioni di euro e sei sono le persone denunciate, tutte di Bergamo, che fanno capo all’iniziativa del villaggio turistico «Acqua Marina». A loro sono stati contestati i reati di lottizzazione abusiva dei terreni a scopo edilizio in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico e l’esecuzione di opere edili in assenza di autorizzazione specifica.

L’operazione è entrata nel vivo ieri mattina, quando i carabinieri del Ntpc - al comando del capitano Paolo Montorsi - hanno dato corso ai provvedimenti della magistratura e hanno agito insieme al 10° Nucleo elicotteri di Olbia e ai colleghi della stazione di Stintino. Il sequestro preventivo del villaggio - nella zona tra Ovile del Mercante e l’Ancora, non distante dalla spiaggia della Pelosa - riguarda 51 villette-bungalows su una superficie di circa 20mila metri quadrati, a poco più di 500 metri dal mare e in un’area dichiarata di notevole interesse pubblico «per i cospicui caratteri di bellezza naturale che la contraddistinguono».

La misura cautelare è stata emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Sassari Antonio Pietro Spanu a conclusione di una complessa attività investiva - coordinata dal sostituto procuratore Giovanni Porcheddu - che era stata avviata dai carabinieri nel 2012 e che si inquadra nell’ambito dei programmi di tutela attuati dagli investigatori, anche mediante monitoraggi aerei dei siti paesaggistici presenti in campo regionale.

Proprio a seguito delle verifiche compiute dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Sassari, è stato possibile individuare il cantiere edile in corso d’opera, nel quale - dopo gli accertamenti sulla documentazione disponibile - è stato possibile rilevare quelle che sono state definite «gravi irregolarità penali in materia urbanistico-edilizia e paesaggistica». In pratica, la società aveva ottenuto il via libera per un progetto in deroga che prevedeva la costruzione di una struttura alberghiera. Una destinazione che sarebbe stata modificata arbitrariamente, tanto che si è dato corso alla cessione di porzioni del complesso (già definite le prime scritture private, a partire da 89mila euro) con la evidente variazione della struttura da turistico-ricettiva a residenziale «in spregio degli strumenti urbanistici adottati dal Comune di Stintino».

Le persone indagate, al momento, sono sei ritenute responsabili a vario titolo di lottizzazione abusiva di terreni a scopo edilizio in zona sottoposta a vincoli paesaggistico ed esecuzione di opere edili in assenza delle previste autorizzazioni. Non è la prima volta che nel territorio di Stintino si verificano episodi simili. Quella del villaggio turistico «Acqua Marina», tra l’altro è una eredità del passato. L’autorizzazione in deroga, infatti, risale agli anni ’90. Da qualche tempo, però, l’attenzione è molto alta e dopo lo scempio del «Bagaglino» sono aumentati gli accertamenti per evitare che si ripetano devastazioni in un territorio straordinario che basa la propria economia sull’ambiente e lo sviluppo del turismo. Sono diverse le indagini ancora aperte dalla magistratura, quasi tutte riferite a vecchie lottizzazioni vicine al mare e dove - in alcuni casi - ci sono già stati dei provvedimenti che riportano indietro negli anni. Restano i segni evidenti lungo la costa. Il sequestro preventivo del complesso «Acqua Marina» segna un nuovo passo avanti nella direzione intrapresa per evitare il consumo del territorio. Un nuovo corso che, inevitabilmente, deve fare i conti con le scelte di passato (molte riferite anche a quando Stintino non era ancora comune autonomo).

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