La Nuova Sardegna

Sassari

I campioni degli sport umili nella città del dopoguerra

I campioni degli sport umili nella città del dopoguerra

Le palestre di boxe erano frequentate anche da pugili borghesi e negli incontri al Verdi si vedevano signore in pelliccia accanto ai lavoratori del mercato

19 giugno 2014
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C'era una volta Sassari sportiva. La Sassari degli sport umili. Molta fatica, poco denaro. Il mio amico Tore Sanna ha cominciato a raccontarli la settimana scorsa. Ora continua. «Gli sport umili come il podismo, il pugilato e il sollevamento pesi erano diffusissimi. Per il sollevamento pesi primeggiavano in campo nazionale Peppino Tanti, che vinse medaglie nei Giochi mediterranei, Tore Sanna di Nulvi, e poi Cubeddu, Nuvoli, Ricciardi e altri. A questo proposito una nota la merita il rag Alessio Cassano, che fu il promotore di questo sport, creando la Polisportiva Sassarese che aveva nel sollevamento pesi lo sport trainante anche per altre discipline.

«Le palestre di pugilato erano frequentate anche dai figli della borghesia cittadina, tanto che negli incontri al Verdi non era raro vedere qualche signora in pelliccia, però gli appassionati più entusiasti erano i lavoratori del mercato. Nel primo dopoguerra Gavino Matta fu il miglior pugile sardo: aveva partecipato alle Olimpiadi del 1936 a Berlino: e così, in finale la medaglia d'oro gli fu rubata a favore di un tedesco. Negli anni Cinquanta Gavino Furesi prese il suo posto nel cuore dei sassaresi: un peso gallo molto forte con una scherma molto efficace, ma non aveva il pugno da ko e questo era un grosso limite. Così quando gli capitò di incontrare Nello Barbadoro, in un assolato agosto del ’53, il triestino lo mise ko proprio all’ultima ripresa di fronte al pubblico ammutolito. Furesi mi portò mio padre al Verdi a vederlo contro lo spagnolo Martinez: doveva essere la preparazione per la conquista del titolo italiano, invece Martinez lo picchiò sin dalla prima ripresa e alla sesta lo mise ko. Fu l'ultimo combattimento di Furesi, che silenziosamente continuò a fare lo scortichino nel mattatoio di Sassari. Morì nel 1999, senza che di lui stampa e media locali dicessero una sola parola di ricordo.

«Nel cartellone non mancavano Poddighe e Carboni, macellai al mercato civico, che ebbero anche una discreta carriera dilettantistica. Qui una citazione particolare merita il Teatro Verdi che da tempio della lirica si trasformava in una bolgia da stadio per gli incontri dei pugili sassaresi, dei portotorresi Altana e Fiori e degli algheresi Burruni e Silanos. A prima estate, poi, non era raro che nel mitico loggione ci fosse qualche padedda di ciogga minudda, con regolare bombardamento di bucce contro l'indifesa platea».

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