La Nuova Sardegna

Sassari

Truffa, assolta ispettrice della Forestale

di Nadia Cossu
Truffa, assolta ispettrice della Forestale

Il pubblico ministero ora potrebbe procedere nei confronti di tre colleghi per falsa testimonianza

02 luglio 2014
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SASSARI. Non solo è stata assolta su richiesta dello stesso pubblico ministero ma i tre testimoni (suoi colleghi) chiamati in aula proprio dall’accusa potrebbero passare guai ed essere indagati per falsa testimonianza e calunnia: il sostituto procuratore Giovanni Porcheddu ha infatti chiesto la trasmissione degli atti per valutarne la posizione ed eventualmente procedere nei loro confronti.

Si è concluso ieri mattina nel palazzo di giustizia di Sassari il processo a carico di Maria Anna Taras, 48 anni, di Buddusò, ispettore superiore della Forestale ed ex comandante della stazione di Pattada. Alcuni colleghi (suoi sottoposti), come aveva con forza evidenziato l’avvocato difensore Nicola Satta durante il dibattimento, le avevano fatto una vera e propria guerra arrivando a controllare e annotare i suoi spostamenti. Poi era arrivata la denuncia alla Procura e il rinvio a giudizio per falso, truffa e omissione in atti di ufficio. In particolare alla Taras era stato contestato di aver annotato sul registro giornaliero della stazione della Forestale che comandava, orari di turno che non corrispondevano al servizio effettivamente prestato. “Ritocchi” di alcune ore che stando all’accusa le avrebbero consentito di ottenere in quelle tre giornate buoni pasti che non le spettavano. La difesa ha però dimostrato che era impossibile che l’ispettrice potesse “ambire” ad avere più buoni pasto considerato che la distribuzione degli stessi aveva un limite periodico che nel caso specifico era già stato abbondantemente superato. L’omissione in atti d’ufficio avrebbe invece avuto a che fare con un presunto furto che secondo la magistratura la Taras avrebbe dovuto annotare nel registro e approfondire: l’ispettrice non avrebbe cioè indagato sul taglio di alcune piante di sughero in località Monte Paule. In realtà l’imputata aveva spiegato di aver appreso – tramite accertamenti con il proprietario delle piante – che si trattava di un taglio previsto e non di un furto.

Nel corso del processo, il difensore Nicola Satta ha anche dimostrato che la donna non si era allontanata dal servizio se non per ragioni istituzionali. Come quando aveva partecipato – nel giorno di una delle presunte assenze ingiustificate – ai funerali della sorella di un collega, dove era andata in uniforme.

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