La Nuova Sardegna

Sassari

L’identità messa a rischio dal nuovo idioma “turritano”

L’identità messa a rischio dal nuovo idioma “turritano”

Un lettore ricorda che tutti i principali centri furono fondati da sassaresi e suggerisce di mantenere le origini cittadine anche nel nome della lingua

19 luglio 2014
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Arriva questa lettera: «Mi dispiace non aver potuto partecipare alla riunione di qualche giorno fa per la presentazione del nuovo idioma: il turritano. Ricordo che il paese di Sorso è stato fondato molte centinaia di anni fa in occasione della cacciata dei sassaresi dalla loro città: è per questo che a Sorso si continua la parlata del tempo, e cioé il sassarese. Idem per Porto Torres, che meno di duecento anni fa si trovava nel comune di Sassari. Stintino è storia recente, ma anche qua si continua a parlare il sassarese come nel resto della Nurra, il cui territorio si trova quasi tutto nel comune di Sassari dove il sassarese, quello non contaminato dal sardo, resiste. Il dialetto, o la lingua sassarese, si è disperso in vari quartieri dopo ”l’esilio” degli abitanti, negli anni Sessanta del secolo scorso, dal Centro storico verso Monte Rosello o il Latte Dolce dove il sassarese è ancora praticato. Inventare questo nuovo idioma, il turritano, significa ancora sminuire la nostra città e quasi vergognarsi della sua storia».

«Un altro idioma che è stato inventato è il nurrese. Qualcuno, anche tra i giornalisti, è convinto che le “borgate” della città non siano sassaresi ma “nurresi”. E questa confusione fa sì che nei manifesti delle varie feste di quelle borgate il logo del Comune di Sassari quasi non appare tanto è minuscolo. Nella pubblicità le aziende di quelle zone oltre il nome della borgata indicano tra parentesi la sigla della Provincia di Sassari, ma mai il nome del nostro Comune. Anche per il nuovo carcere non si parla di Sassari, ma di Bancali. Idem per il Centro di Restauro della Soprintendenza: si scrive o si parla di Li Punti, ma mai di Sassari. Posso dunque consigliare che il nome della lingua “sassarese” rimanga?

Altrimenti come dovremmo chiamare la “sassareseria”, “turritaneria”? Per quanto riguarda le borgate nei cartelli oltre che il loro nome e “Comune di Sassari” aggiungerei “sassarese”. Per spiegarmi: Palmadula sassarese, Ottava sassarese, La Corte sassarese (simpatico…) come si fa per esempio nelle borgate di Roma o di Milano che hanno in aggiunta “romano” o “milanese”. Non credo che Sassari e i sassaresi abbiano voglia di perdere il ruolo della nostra Città. I neo-amministratori riflettano e soprattutto, provvedano».

Il discorso è lungo, il problema è grosso. Non per niente nella lettera c’è un po’ di tutto. Ne riparleremo la volta ventura.

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