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La svolta di Camboni: «Cgil di destra, addio»

La svolta di Camboni: «Cgil di destra, addio»

OZIERI. «Lascio la Cgil per la svolta a destra decisa dopo l’ultimo congresso dalla maggioranza Camusso». Così ha deciso Gianfranco Camboni, leader del Partito Comunista dei Lavoratori e storico...

22 luglio 2014
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OZIERI. «Lascio la Cgil per la svolta a destra decisa dopo l’ultimo congresso dalla maggioranza Camusso».

Così ha deciso Gianfranco Camboni, leader del Partito Comunista dei Lavoratori e storico esponente del sindacato, del quale è anche rappresentante nella Rsu nell’istituto di istruzione superiore di Ozieri. La scelta di Camboni è dettata, come visto, da motivi precisi ed è uno strappo da lui stesso dichiarato definitivo, poiché seguito dalla adesione all’Unione sindacale di base, «sindacato – afferma Gianfranco Camboni – classista antiburocratico che si è distinto per la difesa intransigente dell’indipendenza dei lavoratori dai governi e dai capitalisti».

«Nei prossimi mesi - dice Gianfranco Camboni - ci saranno battaglie decisive per la difesa della scuola e dell’istruzione pubblica. I governi di centrosinistra e di centro destra, con la complicità dei sindacati gialli (Cisl e Uil) e della maggioranza della burocrazia collaborazionista della Cgil, hanno attuato controriforme della scuola che hanno impoverito la didattica, creato centinaia di migliaia di precari e regalato soldi alle scuole private.

Il governo Renzi si appresta a dare il colpo finale: non il potenziamento di discipline e laboratori ma un anno di scuola in meno nell’istruzione superiore. Mancano tempo pieno e tempo prolungato, non arrivano i fondi per le attività di recupero e la soluzione proposta è l’apertura delle scuole fino alle 22 mentre tutte le scuole del paese non hanno personale Ata neanche per le aperture attuali.

La svolta a destra decisa dalla Cgil - prosegue Gianfranco Camboni - impedisce ogni iniziativa indipendente della classe lavoratrice».

«Per questa ragione – conclude il leader del Partito comunista dei lavoratori – per continuare la battaglia classista per l’unità dei lavoratori e delle lavoratrici su un programma sindacale anticapitalista, lascio la Cgil per aderire all’Unione sindacale di base». (b.m.)

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