La Nuova Sardegna

Sassari

Puc pronto? L’iter non è così in discesa

di Luigi Soriga
Puc pronto? L’iter non è così in discesa

Il Comune su centro matrice e beni identitari ha fatto di testa propria. Alessio Marras: «Alcune osservazioni sono rilevanti»

23 agosto 2014
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SASSARI. È passato un anno e un mese da quando il comune di Sassari ha adottato il Puc e da quando il Piano è approdato agli uffici della Regione. E sono trascorsi nove mesi da quando i tecnici cagliaritani hanno verificato la coerenza del Puc con il Ppr e formulato 104 osservazioni. In questo periodo il Piano è rimasto a marinare in uno strano limbo: secondo l’ex assessore all’Urbanistica Gavino Zirattu il Puc era pronto all’uso, e sarebbero bastati un paio di mesi per accordarsi con la Regione e renderlo operativo. Addirittura il commissario straordinario che ha coperto l’interregno amministrativo tra Ganau e Sanna, dopo due mesi di insediamento era pronto a pubblicare sul Buras il massimo strumento di programmazione urbana. Ora invece il nuovo sindaco e il nuovo assessore all’Urbanistica Alessio Marras, ci vanno con i piedi di piombo. Per chiudere la pratica del Puc occorreranno come minimo sei mesi, si legge nelle linee programmatiche, il documento dovrà fare i necessari passaggi in Consiglio comunale. «Le osservazioni della Regione – spiega Alessio Marras – sono complessivamente 104, semplificabili in 21 se le si accorpa per gruppi omogenei. Tuttavia alcune di queste osservazioni rasentano il confine della sostanzialità». Tradotto: come è accaduto nel 2008 il Puc potrebbe essere bocciato per incompatibilità con il Piano Paesaggistico Regionale. Questo naturalmente se Palazzo Ducale e Regione non lavorassero in sintonia e non risolvessero le discrepanze. Ciò che stupisce è che la storia della perfetta simbiosi tra Sassari e Cagliari in ambito urbanistico è sempre stato il tormentone dell’ex assessore Zirattu. Pellegrinaggi settimanali nell’altro capo dell’isola: a detta sua non c’era stato un solo passaggio o scelta che non fossero concordati con gli uffici della Regione.

E invece ora si scopre che questo matrimonio urbanistico faceva acqua da più parti, e che le sottolineature dei tecnici cagliaritani sono anche pesanti. Se n’è già ampiamente discusso, ma i rilievi più gravi riguardano innanzitutto il centro matrice. La Regione, riassumendo all’osso, accusa Sassari di aver fatto di testa propria, e di aver tracciato i confini del primo nucleo insediativo della città senza mai coinvolgere la Regione.

«Gli artefici del Ppr – spiega Marras – nel 2006 avevano delineato i centri matrice dei singoli comuni della Sardegna, ma l’avevano fatto, per così dire, a compasso. Avevano chiesto alle amministrazioni di presentare delle osservazioni, in modo da dettagliare la mappatura dei centri storici in fase di copianificazione. Questo passaggio, evidentemente, non è avvenuto». E lo stesso discorso vale per la catalogazione dei beni identitari: la Regione, nel Ppr, ne aveva individuato 81. Il Puc, che sicuramente si basa su una ricognizione più radente del territorio, ne ha censito 424. «Il problema – ribadisce Marras – è che questi 343 siti o monumenti in più non sono mai stati copianificati». Il modo per venire fuori da questo impasse c’è: «La proposta che Cagliari ci ha fatto è la seguente: ci ha suggerito di inserirli come proposta di modifica al Ppr, e poi seguire l’iter della copianificazione. Da questo punto di vista abbiamo trovato grande apertura».

Quindi l’intenzione dell’amministrazione Sanna è ancora una volta quella di assecondare tutte le sottolineature della Regione, nominare al più presto la Commissione Urbanistica, procedere con una presa d’atto delle osservazioni e poi ripetere lo stesso iter in Consiglio. Dopodiché apportare le modifiche richieste, senza aggiungere niente, e finalmente pubblicare sul Buras.

Tempo utile se tutto fila liscio: sei mesi. «In questa fase non possiamo permetterci di cambiare alcunché, perché non faremo altro che allungare i tempi con ulteriori passaggi in Consiglio. Ci sarà modo di rivedere alcune parti del Puc ricorrendo alle varianti urbanistiche».

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