La Nuova Sardegna

Sassari

Padre Zirano «Patrono dei sequestrati»

di Mario Girau
Padre Zirano «Patrono dei sequestrati»

La proposta arriva da Sassari, la decisione spetta al Papa, per la beatificazione il raduno dei conventuali si terrà in piazzale Segni

28 settembre 2014
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SASSARI.  Il Papa non ha ancora deciso quali categorie di fedeli mettere sotto la speciale protezione di padre Francesco Zirano, il frate che sarà beatificato domenica 12 ottobre. «Il nostro confratello avrebbe tutte le carte in regola per diventare patrono delle persone rapite, ridotte in schiavitù, così come degli immigrati che attraversano il deserto e il mare per ritrovare la libertà». Parola di fra Marco Tasca, ministro generale dell’ordine dei frati minori conventuali. Per adesso è soltanto un parere, ma molto autorevole, formulato nei giorni scorsi dal numero uno della più antica famiglia francescana in una lettera inviata a oltre 4000 frati dal saio nero presenti nei cinque continenti.

«Si tratta del primo martire sardo dell’era moderna a essere elevato dalla Chiesa alla gloria degli altari, in un tempo come il nostro nel quale – dice il religioso – il martirio torna drammaticamente d’attualità e molti cristiani si trovano a pagare col massimo dei sacrifici la loro appartenenza a Cristo». Il capo dei conventuali attualizza lezione e stile di padre Francesco, che si muove nella scia del capitolo XVI della “Regola non bollata” – la prima scritta dal poverello di Assisi nel 1221, approvata solo oralmente da papa Innocenzo III – che indica ai frati l’atteggiamento con cui offrire la testimonianza del Vangelo: «Non parole, non discorsi, e tanto meno prediche, ma una presenza – scrive Marco Tasca – offerta con tutta discrezione e soprattutto con cuore pacificato e fraternizzante».

Francesco Zirano è un testimone moderno. «Il martirio del nostro confratello incarna la carità al massimo grado e ci parla di un umanesimo nuovo, proprio come quello testimoniato nel cuore del XX secolo da San Massimiliano Kolbe, anch’egli frate minore conventuale: alla disumanizzazione sistematica e brutale del regime nazista egli rispose col dono totale di sé, incarnato dalle sue note parole: “L’odio non serve a niente, solo l'amore crea“. Padre Zirano parla ai frati di oggi, in un tempo in cui il martirio è più raro «ma ci sono altre forme di martirio che ci riguardano tutti da vicino – scrive padre Tasca ai suoi confratelli del XXI secolo – alle quali non possiamo né dobbiamo sottrarci, che rappresentano il nostro concreto cammino di santità vissuta e testimoniata».

Il ministro generale sottolinea l’attualità del ministero che ha occupato buona parte della vita di padre Zirano, cioè la cura verso i rapiti, gli schiavi, i privati della libertà e gli sfruttati nel più palese disconoscimento degli elementari diritti dell'uomo. Dei 4000 conventuali sparsi nel mondo, tra due domeniche alcune centinaia saranno nella basilica all’aperto di piazzale Segni, per la seconda beatificazione che in duemila anni di storia si celebra in Sardegna.

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