La Nuova Sardegna

Sassari

Sorso, paludi lungo la strada 25, una famiglia vive nel terrore

di Salvatore Santoni
Sorso, paludi lungo la strada 25, una famiglia vive nel terrore

Fiume d’acqua trasforma in fango le campagne tra Paradacoddi e Almuzzeddu, Askim Tuseddu lotta ogni giorno contro lo sprofondamento della sua casa

16 ottobre 2014
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SORSO. Un fiume d’acqua trasforma in fango le campagne di Sorso, metro dopo metro. Il disastro coinvolge circa 10 ettari di terreni lungo la Sp 25, compresi fra le località di Paradacoddi e Almuzzeddu, ormai vere e proprie paludi. La vicenda, approdata in tribunale per la denuncia di una decina di proprietari della zona, è di per sé un altro pantano. Secondo i periti una enorme massa d’acqua preme sulla condotta “Coghinas II” – che attraversa l’agro sorsense trasportando un metro cubo di acqua grezza al secondo verso i potabilizzatori di Sassari - è a rischio rottura.

E mentre si attende un pronunciamento, l’acqua scorre mettendo a rischio l’incolumità di una famiglia la cui casa è destinata a sprofondare nel fango. Ad Almuzzeddu le notti sono cadenzate dall’accensione ritmica delle pompe e dall’angoscia di ritrovarsi sott’acqua senza avere il tempo di rendersi conto. Askim Tuseddu è arrivato a Sorso nel 1998 con la famiglia al seguito. Lui, impresario edile, ha acquistato un terreno che si affaccia sul golfo dell’Asinara per costruire casa. Passano gli anni, i figli partono e i genitori restano. I primi problemi sono iniziati 5 anni fa. All’inizio sembrava una questione di umidità in eccesso. Con il passare dei mesi si è invece rivelato un problema molto più grosso. Prima i movimenti del pavimento, poi i muri che trasudavano e oggi un vero e proprio rigagnolo che cinge d’assedio la casa a mo’ di fossato. Centinaia di litri d’acqua risucchiati all’esterno grazie all’ausilio di un sistema di pompe sommerse che soltanto di consumi elettrici costano alla famiglia un occhio della testa ogni mese.

«Siamo veramente terrorizzati da questa situazione, del fatto che col passare del tempo il flusso dell’acqua aumenta, perfino d’estate», spiega l’uomo. Oltre a vedersi condizionata la vita di tutti i giorni, la famiglia ha dovuto abbandonare l’idea di coltivare l’orticello che un tempo si trovava appena dietro l’abitazione. E come loro, molti altri in zona hanno dovuto rinunciare a godere dei frutti della terra: c’è chi si è ritrovato l’oliveto rinsecchito o chi, invece, ha perso agrumeti e vigne, spesso aggrediti dalle cannucce tipiche delle zone umide. «L’ultima volta che ho chiesto l’intervento dei Vigili del fuoco hanno tirato via dallo scantinato qualcosa come 160metri cubi di acqua, e nell’ultimo periodo ho dovuto richiedere il loro intervento almeno altre 4 volte», racconta l’uomo. Il seminterrato ospita quello che sarebbe dovuto essere un mini appartamento, se non fosse che gli allagamenti hanno devastato tutto, ma proprio tutto. All’interno del locale la presenza soffocante dell’acqua si avverte dalle prime boccate d’aria. Per non parlare poi dei pavimenti divelti e intonaci che si sbriciolano al tatto. Il rimbalzo di competenze fra gli enti più o meno competenti e l’assenza inspiegabile del Comune di Sorso, rischia di essere letale per la famiglia Tuseddu, che vede evaporare lentamente i sacrifici di una vita.

«Non chiediamo miracoli a nessuno – conclude la famiglia - ma che almeno il Comune intervenga a canalizzare le acque a monte per farle scaricare in modo controllato, così come ci aveva promesso il sindaco prima delle elezioni». Nelle campagne circostanti si vedono solo canneti che abbracciano ristagni d’acqua per centinaia di metri. Un fiumiciattolo serpeggia con una certa velocità dalla zona dove l’acqua affiora dal terreno - a monte di Paradacoddi – e che attraversando numerose proprietà arriva verso la zona di Almuzzeddu-Li Casini, finendo per incanalarsi nella rete di strade vicinali.

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