La Nuova Sardegna

Sassari

Manca il caposala, confusione nei reparti

di Gabriella Grimaldi
Manca il caposala, confusione nei reparti

La denuncia dei sindacati: «Non arriva la delibera di assegnazione e il personale è stremato»

19 ottobre 2014
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SASSARI. Nei reparti regna il caos totale tra la cronica penuria di infermieri e la mancata entrata in servizio dei coordinatori, quelli che un tempo si chiamavano caposala. A denunciarlo sono quattro sigle sindacali, Cgil, Cisl, Nursing Up e Nursind, che in una nota fanno notare il grave ritardo con cui si sta muovendo la direzione generale della Asl.

«Nell’agosto 2013 in tutta fretta sono stati chiamati a svolgere l’esame i candidati al concorso interno per coordinatori - sostengono i sindacalisti -. Da quella selezione è scaturita una graduatoria, pubblicata e deliberata nel settembre dello stesso anno. Da quel momento in poi, il percorso del concorso è stato interrotto da un amministrazione sempre più interessata a reperire altri tipi di professionalità per progetti che a tutt’oggi non hanno portato a questa Asl nessun tipo di giovamento. Solamente a fine giugno del 2014, con grandi difficoltà sindacati e amministrazione sono riusciti a firmare gli assetti dei coordinamenti, accordo anch’esso deliberato e pubblicato».

Sembrava quindi una questione di tempo la soluzione di un problema che mette in difficoltà parecchi reparti nei tre presidi ospedalieri di Sassari, Alghero e Ozieri. «Nei primi giorni di settembre sono stati convocati dal Servizio Personale 25 professionisti sanitari, fra infermieri, ostetriche, fisioterapisti e tecnici, tutti vincitori del concorso, a tutti loro è stata data un assegnazione, da lì il passo doveva essere breve, con la firma della delibera di assegnazione da parte del direttore generale, la presa in servizio dei nuovi coordinatori e l’avvio anche delle mobilità interne. Dopo circa 40 giorni, con contratti e obiettivi pronti, la delibera giace ancora sulla scrivania di Marcello Giannico». I rappresentanti dei lavoratori non si spiegano perché quello che doveva essere il passo finale ancora non sia stato fatto: «Sarebbe stato meglio che, dopo l’inaugurazione del parco giochi dell’ospedale, il manager accompagnasse il sindaco Nicola Sanna a visitare uno dei tanti reparti del Santissima Annunziata per rendersi conto di persona della disperazione che attanaglia gli operatori impossibilitati a svolgere il proprio lavoro serenamente e di conseguenza il disagio dei pazienti e delle loro famiglie». Carenze croniche e la mancanza dei caposala vengono segnalate a Sassari nei reparti di Lungodegenza, nelle Medicine, in Rianimazione, Geriatria, Carcere di Bancali, in Cardiochirurgia, nelle sale operatorie e in Cardiologia. A Ozieri ci sono gravi problemi in Neurologia e ad Alghero in Medicina, Ostetricia e Oculistica. In tutti questi reparti, oltre al fatto che in alcune ore, soprattutto quelle notturne, gli infermieri sono pochissimi rispetto al numero dei degenti da assistere, si stanno verificando problemi riguardanti l’approvvigionamento dei farmaci e l’organizzazione dei turni del personale, incombenze che sarebbero a carico dei coordinatori mentre in varie zone dell’ospedale si viaggia in regime di “autogestione”.

«A questo punto ci chiediamo cosa osta alla firma di questa delibera - prosegue la nota sindacale -, qual è il dubbio che attanaglia il direttore generale tanto da tergiversare nella pubblicazione di una delibera tanto attesa. Ricordiamo che un accordo sottoscritto deve essere sempre rispettato, anche perché il non rispetto potrebbe avere anche risvolti giudiziari, visto che ai colleghi sono stati già smessi nero su bianco i reparti di assegnazione. Ci auguriamo che immediatamente la direzione dia gambe a questa attesissima delibera in modo che ai reparti che hanno urgente bisogno di questa fondamentale figura professionale venga dato un attimo di respiro».

I sindacati ne approfittano infine per porre l’accento sul fatto che la Asl 1 non espleta concorsi per infermieri da molto tempo ed è costretta a pescare dalle graduatorie di altre aziende sarde che invece «le selezioni continuano a farle».

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