La Nuova Sardegna

Sassari

Il Tar salva l’appalto annullato da Abbanoa

di Salvatore Santoni
Il Tar salva l’appalto annullato da Abbanoa

All’esame dei giudici il progetto dello scarico consortile del depuratore di Sorso La commissione di gara aveva chiesto un piano di manutenzione non necessario

20 ottobre 2014
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SASSARI. Abbanoa richiede ai concorrenti documenti non ancora producibili e il progetto del dislocamento dello scarico del depuratore consortile di Sorso finisce davanti al Tar. È quello che è successo durante la gara d’appalto da 1,5milioni di euro aggiudicata a gennaio e poi subito annullata in autotutela per mancanza del “piano di manutenzione”. La ditta prima in graduatoria ha presentato ricorso e il tribunale le ha dato ragione condannando Abbanoa al pagamento delle spese legali (2mila euro e restituzione del contributo unificato).

«Violazioni di carattere formale sia sostanziale», scrivono i giudici nella sentenza 821/2014, condannando l’ente gestore delle acque a pagare le spese legali. L’opera, attesa dal 2006, è andata a gara a fine 2013. Si tratta del dislocamento sul rio Silis dello scarico del depuratore consortile di Sorso, come stralcio di un progetto più ampio. Il Servizio tutela ambientale regionale (il cosiddetto Savi) aveva prescritto la realizzazione di uno scarico aggiuntivo immaginandolo come “riserva” all’idea di pompare i reflui al depuratore del consorzio industriale di Porto Torres attraverso la condotta Coghinas I. Oggi, sfumata quell’idea, lo scarico sul Silis è unica alternativa a quello nel rio Pedrugnanu.

L’appalto consiste nella progettazione esecutiva (partendo da quella definitiva posta a gara) e nell’esecuzione di tutti i lavori, compresi i materiali. Si sono presentate 4 ditte e nella prima seduta ne è stata esclusa una. Il resto è filato liscio, con l’aggiudicazione provvisoria prima e quella definitiva poi, così come prescrive la legge. Per ditta che risultava prima in graduatoria - la “Monni Gesuino Srl” - sembrava fatta, e invece ci si è messa la commissione di gara, che ha deciso di riaprire la questione scegliendo di escludere tutti per mancanza del “piano di manutenzione”. Una scelta che è giudici censurano nettamente con una sferzata proprio sull’illegittimità di quella clausola del bando.

«Il “piano di manutenzione” - spiegano i giudici – per la cui mancanza la ricorrente è stata esclusa, non è un elaborato del progetto definitivo bensì di quello esecutivo». Tradotto: Abbanoa ha messo il carro davanti ai buoi chiedendo un allegato al progetto esecutivo che doveva ancora essere redatto! Il collegio, formato dai magistrati Caro Lucrezio Monticelli (presidente), Marco Lensi (consigliere) e Gianluca Rovelli (primo referendario, estensore), pone in evidenza che la prescrizione è «peraltro del tutto illogica e irrazionale», soprattutto perché nei bandi di gara si possono inserire soltanto clausole che riproducono il codice dei contratti pubblici, altre norme di legge, o più in generale prescrizioni utili più che altro a mantenere la segretezza dell’offerta.

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