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“Li mosthi mosthi” diventa una festa della tradizione

“Li mosthi mosthi” diventa una festa della tradizione

PORTO TORRES. Una giornata indimenticabile, per molti bimbi e adulti, quella di Li Mosthi mosthi organizzata dall'associazione culturale Intragnas. Fin dal primo pomeriggio atrio Comita si è animato...

04 novembre 2014
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PORTO TORRES. Una giornata indimenticabile, per molti bimbi e adulti, quella di Li Mosthi mosthi organizzata dall'associazione culturale Intragnas. Fin dal primo pomeriggio atrio Comita si è animato del vociare di tanti bambini vestiti alla moda dei tempi andati, i maschietti con la "sciscia" e la giacca del nonno, le femminucce con "lu muccaroru di gabbu" e la "mantedda" delle nonne, tutti "armati" di sacchettino portadoni.

Da lì, a gruppi, hanno iniziato un tour nelle abitazioni della zona per riproporre la "zesca", la questua, e nel bussare la porta hanno recitato il tradizionale motto: "li mosthi mosthi si no mi dai cariga t'ischudu a costhi". Nel mentre, nello spiazzo tra le cumbessias e la Basilica, i profumi del cibo "povero" di una volta, delle caldarroste e delle papassine che i soci dell'associazione Intragnas avevano preparato precedentemente. Di ritorno da la "zescha", i ragazzi sono stati coinvolti in una divertente caccia al tesoro, mentre al calar della sera i poeti turritani hanno raccontato storie della tradizione popolare legata al tema. La serata, col saluto anche del parroco della Basilica Don Mario Tanca, non si è però conclusa così presto, anzi: fino a notte, la fisarmonica di Pinuccio Sechi e la chitarra di Raimondo Nocco, con la voce di Maria Rosaria, hanno alternato canzoni turritane a altre più legate alla tradizione popolare nazionale.

Emanuele Fancellu

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