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Puc approvato a maggioranza dal consiglio comunale

di Luigi Soriga
Una seduta del consiglio comunale di Sassari
Una seduta del consiglio comunale di Sassari

La maggioranza con 22 voti ha approvato le modifiche chieste dalla Regione per ottenere la conformità al Ppr. Ora il piano urbanistico potrà essere pubblicato

19 novembre 2014
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SASSARI. Sono passati 8 anni, tre amministrazioni, due milioni di euro e centinaia di riunioni prima che il Puc arrivasse al traguardo. E ieri finalmente ha avuto l’avvallo definitivo del Consiglio comunale per poter essere impacchettato, spedito a Cagliari e pubblicato sul Buras. 22 voti favorevoli, la maggioranza si è espressa con un sì compatto. Anche i perplessi, tipo Giancarlo Serra, alla fine hanno alzato la mano. Stesso discorso per i sette della minoranza, che come ampiamente preannunciato, hanno scelto di votare contro.

Le correzioni. A dire il vero, così come spiegato nella relazione introduttiva dall’assessore all’Urbanistica Alessio Marras e poi ribadito dal sindaco Nicola Sanna, in ballo non c’era il Piano Urbanistica nella sua sostanza. I consiglieri erano chiamati ad approvare solo le correzioni apportate dai tecnici comunali sulla base delle indicazioni fornite dagli uffici della Regione. I 104 adeguamenti sono condizione necessaria perché il Puc ottenga il parere definitivo di coerenza con il Piano Paesaggistico Regionale. E visto che la scelta di Palazzo Ducale è stata quella di assecondare in toto le richieste di Cagliari, salvo qualche controdudeduzione su aspetti meramente formali, il cammino del Piano non dovrebbe trovare ostacoli.

Dovrebbe essere spedito in Regione nell’arco di un paio di giorni, e poi ritornare a Sassari in meno di un mese.

Piano in pensione. Significa quindi mandare definitivamente in pensione un Piano Regolatore datato 1984, cancellare la famigerata doppia conformità urbanistica tra Prg e Puc che imbriglia diverse pratiche edilizie, e dare una potenziale boccata d’ossigeno al mattone.

Certo, non sarà mai la panacea e il sicuro motore della ripresa economica, visto che i ritmi li detteranno la crisi e il mercato immobiliare. Però sicuramente lo strumento urbanistico stende sulla città una serie di norme e indirizzi certi, e anche la garanzia di avere delle regole uguali per tutti i cittadini, non più suscettibili alle incognite delle deroghe e delle varianti che hanno costellato il vecchio Piano regolatore.

Il dibattito. Ad essere pignoli l’argomento all’ordine del giorno non era il Puc, ma solo l’approvazione degli elaborati sostitutivi da inviare in Regione. Si tratta infatti di correzioni che non contengono modifiche sostanziali, e che non richiedono dunque una nuova adozione del Piano. In effetti nelle carte non ci sono colori che cambiano, tipo zone agricole che diventano aree fabbricabili. Il Puc è sempre quello approvato nel 2012 e poi congelato dalla Regione. Nell’ultima revisione ci sono solo correzioni su aree comunali, come la fontana delle Conce, l’Ippodromo, il potabilizzatore di Truncu Reale, il nuovo deposito di Sirio, giusto per fare qualche esempio. Altrimenti la commissione Urbanistica non avrebbe liquidato 104 rilievi in una manciata di sedute.

Solo che il dibattito non poteva restare relegato su binari così ristretti, l’occasione per una riflessione più articolata era troppo ghiotta.

L’opposizione. Alivesi (Fi) sostiene che il Puc sottostimi la fame di alloggi popolari. Antonello Sassu si scaglia contro l’eccesso di cubatura spalmata sulla città, nonostante l’invenduto del mercato immobiliare. E poi ci sono i componenti del Movimento 5 Stelle, con la loro disinvoltura nel rovesciare sugli altri malafede e loschi interessi. «Il Puc è carente nei contenuti, non salvaguardia l’ambiente, aggredisce come un tumore maligno la fascia olivetata, non riutilizza l’esistente e consuma il suolo, è lacunoso sui problemi dell’agro, e sullo sviluppo costiero». Critiche, queste ultime, condivisibili, ma poi precipitano con una serie di valutazioni sconcertanti. Tipo: «Riapriamo la fase delle osservazioni, ridiamo voce ai cittadini». Tradotto: altri otto mesi senza strumenti urbanistici, altre inutili spese. E ancora: «Torniamo al vecchio Prg, che soddisfa le esigenze degli imprenditori». Dimenticandosi, a proposito di consumo del suolo e cementificazione, che il Prg prevedeva parecchia cubatura in più ed ecomostri tipo i grattacieli di via Verona. E infine l’insinuazione più infelice, quella che ha sollevato il polverone: «Il Puc serve solo al Pd e a salvaguardare gli interessi tra politica e imprenditori». L’accusa di avere le mani in pasta, dopo essersi liberati dal peso di un evanescente avviso di garanzia, fa aggrottare le sopracciglia a molti consiglieri. La replica più dura è di Simone Campus (Pd). «Se pensate che ci sia qualcosa di illegale, allora avete sbagliato palazzo, dovete andare in via Roma. Le vostre parole e i vostri interventi ricordano un altro ex consigliere, che diceva le stesse cose che avete letto voi». Il riferimento a Giampiero Uneddu era puramente voluto.

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