La Nuova Sardegna

Sassari

Agroindustria, eccellenza da cui partire

di Vincenzo Garofalo
Agroindustria, eccellenza da cui partire

Secondo il gruppo ricerche di Banca Intesa la provincia di Sassari è regina per qualità e volumi di vendita dei prodotti

22 novembre 2014
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SASSARI. La provincia di Sassari è regina per la qualità dei prodotti agroalimentari. In nessun territorio d’Italia le coltivazioni e gli allevamenti di alta qualità incidono sulla produzione e sull’economia come nel Sassarese. È quanto è emerso dalla analisi del contesto territoriale della provincia di Sassari, illustrata dal direttore generale di Srm (Studi e Ricerche Mezzogiorno), Massimo Deandreis, nel corso del convegno che si è tenuto ieri pomeriggio nell’aula magna della Facoltà di Agraria, a Sassari, intitolato “Energia e agrindustria, quali prospettive per la provincia di Sassari – Expo 2015, grande opportunità per le Sardegna e le sue imprese”, organizzato dal gruppo Intesa Sanpaolo.

Proprio il direttore regionale designato per Sardegna, Toscana Umbria e Lazio, Pierluigi Monceri, collegato in streaming con il convegno sassarese ha spiegato come Expo possa rappresentare una chance anche per l’Isola : «La partnership con Expo 2015 è un’occasione imperdibile per le imprese della Sardegna. Molte piccole e medie imprese nostre clienti, leader nella qualità del made in Italy, saranno protagoniste per un’intera giornata di questa vetrina esclusiva, nella quale potranno valorizzare la propria offerta, organizzare incontri per finalizzare partnership e ampliare le relazioni a livello internazionale», ha spiegato Monceri.

Nella discussione sono intervenuti Luigi Montanari, docente Dipartimento Agraria Università di Sassari , Paolo Pinna, amministratore dell’industria casearia Fratelli Pinna, Massimo Mura, direttore commerciale e responsabile rapporti con il territorio Gruppo Moby, Alberto Scanu, presidente Confindustria Sardegna, e Roberto Saba, direttore generale dell’assessorato regionale dell’Industria. Ma i dati più interessanti per dipingere il settore dell’agrindustria sassarese sono arrivati dalla relazione di Deandreis. Secondo il report di Srm Sassari è la seconda «zona» più produttiva della Sardegna per Valore Aggiunto pro-capite che è pari a 17.800 euro ed è anche la provincia sarda con il reddito pro-capite più elevato, 15.139 euro.

Qui sono attive 45.930 imprese, il 32% della Sardegna, la maggior parte delle quali opera nel commercio, nel turismo e nell’agroindustria. Il dato più incoraggiante riguarda la qualità delle aziende della provincia di Sassari: la superficie delle aziende che si occupano di coltivazioni e allevamenti di qualità ha un peso sul totale maggiore rispetto alla Sardegna e all’Italia: 61% contro rispettivamente 40% e 20%. Anche la diffusione di queste risulta rilevante: se in Italia le aziende di qualità rappresentano l’11% del totale, in Sardegna sono il 22% mentre a Sassari raggiungono il 28%.

Il territorio di Sassari (con 6 prodotti Dop e Igp sui 7 sardi) è caratterizzato da una produzione agricola di rilievo, rappresentata da: agnello di Sardegna Igp, pecorino romano Dop, Pecorino sardo Dop, Fiore sardo Dop, carciofo spinoso di Sardegna Dop, olio extravergine d'oliva della Sardegna Dop.

«Nella provincia di Sassari, si concentra l’export dei formaggi, del vino e della carne lavorata. La domanda estera per i prodotti agroalimentari proviene principalmente da Usa, Canada, Germania, Francia e Spagna. Tra i nuovi mercati si segnalano la Cina e la Turchia. Il valore dell’agroalimentare va, infatti, oltre la qualità dei prodotti e la forza della sua filiera produttiva e rappresenta anche un fattore moltiplicativo di ricchezza diretta e indiretta», ha spiegato Deandreis. «L'economia di Sassari deve far leva su tutti i suoi principali fattori di competitività. Quile produzioni di qualità sono già una vocazione, ma è necessariotradurle in strategie precise.Favorire, ad esempio, i processi di internazionalizzazione e, nell'ottica dei futuri accordi di partenariato, far leva sui punti di forza attraverso opportune sinergie tra i prodotti agroalimentari di qualità e il turismo, al fine di favorire un maggior impatto economico sul territorio».

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