La Nuova Sardegna

Sassari

Mancano i gattili e il pronto soccorso veterinario si intasa

di Paoletta Farina
Mancano i gattili e il pronto soccorso veterinario si intasa

I felini malati spesso occupano tutti gli spazi disponibili Fadda (Asl): «I Comuni realizzino luoghi di degenza»

27 novembre 2014
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SASSARI. Il pronto soccorso veterinario spesso scoppia perché mancano gattili comunali dove ricoverare i felini per la degenza successiva alle prime cure. Periodicamente avviene che il servizio dell’Asl, svolto in convenzione con la facoltà di Veterinaria, non possa accettare animali randagi, bisognosi di cure perché malati o coinvolti in incidenti stradali o in altri episodi, proprio perché le gabbie sono occupate prevalentemente dai gatti, il randagismo dei quali è in crescita.

È capitato e sta capitando quindi che altri casi urgenti siano rifiutati suscitando proteste pur legittime di persone che hanno richiesto un intervento per animali politraumatizzati o sofferenti. Ma finché non si troverà una soluzione alla necessità di un ricovero per le lunghe degenze dei gatti , il problema dell’intasamento del pronto soccorso veterinario continuerà a presentarsi.

Problema che sin dal marzo del 2013 il direttore del serviziodi Igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche, Antonio Fadda, aveva segnalato con una lettera ai sindaci e alle polizie municipali dei Comuni della Provincia, nonchè al Comando dei carabinieri e alla questura.

«Abbiamo un servizio attivo 24 ore su 24 che è unico in Sardegna e che è presente in poche altre regioni – spiega Antonio Fadda –. Lo svolgiamo, con la collaborazione di livello di Veterinaria dal 2010, grazie alle economie fatte dall’Asl e nonostante i tagli alla spesa che sono stati imposti a tutti gli enti pubblici. Ma occorre che i Comuni facciano la loro parte. La loro competenza è prevista dalla legge ».

L’altro aspetto non secondario è che spesso arrivano al pronto soccorso veterinario randagi che non sono in pericolo di vita imminente, e la cui valutazione e cura deve invece passare attraverso i canili “sanitari”, e non attraverso la struttura veterinaria. Quindi, devono essere i Comuni ad accogliere le richieste di ricovero e cura degli animali non in pericolo, in canili sanitari attrezzati, dove l’Asl continuerà a svolgere i servizi che nell’ambito della lotta al randagismo offre, quali ad esempio sterilizzazione e vaccinazioni.

Quindi è urgente c he si realizzano strutture per la degenza degli animali. Una strada potrebbe essere quella di un consorzio o di un’unione tra Comuni (sono 64 quelli che afferiscono all’Asl) per realizzarle. Si riuscirebbe così economizzare e allo stesso tempo assicurare l’assistenza, agli animali che non hanno l’affetto di un padrone, così reclamata dall’opinione pubblica. Basti pensare che soltanto Sassari, per la lotta al randagismo, spende 700mila euro all’annoe Alghero 200mila.

Occuparsi degli animali è un segno di civiltà. Con il contributo di tutti è possibile.

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