La Nuova Sardegna

Sassari

sentenza del tar

“Scivolone” del Comune nel parco di via Montello

di Daniela Scano
“Scivolone” del Comune nel parco di via Montello

SASSARI. Scivolone del Comune nel parco di via Montello. Una società di Monza aveva le carte in regola per vincere la gara d’appalto per la manutenzione del verde pubblico e il Comune sbagliò quando...

07 dicembre 2014
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SASSARI. Scivolone del Comune nel parco di via Montello. Una società di Monza aveva le carte in regola per vincere la gara d’appalto per la manutenzione del verde pubblico e il Comune sbagliò quando le revocò l’incarico di tenere pulito e in ordine l’oasi verde nel prossimo triennio. Per evitare di incorrere in errore, bastava leggere con attenzione un capitolato d’appalto per scoprire che, a Sesto San Giovanni, la ditta “Malacrida Ambiente” aveva eseguito le stesse prestazioni richieste nel parco sassarese.

Parola dei giudici amministrativi che nei giorni scorsi hanno dato torto al Comune con la sentenza 1058/14. I giudici della prima sezione del Tar hanno annullato il provvedimento con cui otto mesi fa l’ente locale aveva revocato alla società l’incarico per il prossimo triennio. L’appalto da 355 mila euro è stato “restituito” per sentenza alla “Malacrida Ambiente Viabilità Costruzioni srl”, che aveva presentato ricorso, accusando il Comune di eccesso di potere. A fare le spese di questo braccio di ferro è stata la società sassarese Verdemax che ad aprile aveva ricevuto l’incarico in quanto seconda nella graduatoria. La Verdemax, che non si era costituita in giudizio, dovrà quindi cedere vanghe e rastrelli alla concorrente.

La “Malacrida Ambiente” ha inoltre ottenuto la restituzione di della cauzione provvisoria di quattromila euro che ad aprile, dopo averle revocato l’incarico già assegnato, il Comune aveva trattenuto nelle sue casse.

I giudici della prima sezione del Tar hanno dato ragione su tutta la linea ai legali della società di Monza: gli avvocati Carla Caputo, Marcello Vignolo e Massimo Massa.

La questione che ha tenuto impegnati avvocati e giudici era quasi esclusivamente lessicale. Tutta la vicenda, infatti, ruotava intorno al significato delle parole “appalto di lavori” che figuravano nell’attestato consegnato dal Comune di Sesto San Giovanni alla Malacrida. Secondo il Comune di Sassari, l’avere eseguito lavori era un requisito insufficiente in quanto per avere l’appalto la società avrebbe dovuto dimostrare il possesso di esperienza nell’ambito dei “servizi” richiesti. Questi ultimi però erano ben elencati nei bandi di gara e nei capitolati speciali dell’appalto di Sesto che, senza una spiegazione plausibile, il Comune ha invece considerato “irrilevante” e quindi non idonea a giustificare un intervento in autotutela sul provvedimento di revoca.

I giudici amministrativi della prima sezione del Tar (presidente Caro Lucrezio Monticelli, consiglieri Marco Lensi e Giorgio Manca) hanno invece letto quei capitolati e hanno spiegato al Comune «che le prestazioni oggetto della gara d’appalto del Comune di Sesto San Giovanni devono ritenersi sostanzialmente equivalenti a quelle oggetto della gara d’appalto del Comune di Sassari». Da qui la decisione di accogliere le richieste della società di Monza, con l’annullamento degli atti e la dichiarazione del diritto della società a ottenere l’aggiudicazione.

Il Comune di Sassari è stato anche condannaro a pagare le spese del giudizio.

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