La Nuova Sardegna

Sassari

La dote del consorzio per la scuola civica

di Giovanni Bua
La dote del consorzio per la scuola civica

Si scioglie dopo mezzo secolo l’ente “Liceo Luigi Canepa” e come ultimo atto “dona” la cassa per aprire la struttura

09 dicembre 2014
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SASSARI. Un “testamento”. Che il consorzio “Liceo musicale Luigi Canepa” ha messo nero su bianco nello studio del notaio Giovanni Maniga, dove ha sancito il suo scioglimento dopo oltre 50 anni di attività. Auspicando nel suo ultimo verbale: «l’istituzione di una scuola civica di musica, che possa diventare un vivaio per l’accesso ai giovani al Conservatorio». «E che – aggiunge l’avvocato Alessandro Bisail, dal 1983 presidente dello storico consorzio – faccia finire la nostra storia tenendo fede ai compiti da cui era partita: l’incremento dell’istruzione musicale».

La storia. Un invito sentito, senza polemica alcuna, fatto da un consorzio nato alla fine degli anni ’50 per le gestione dell’allora privatissimo “Liceo musicale” e che ha raggiunto il culmine dei suoi successi nei primi anni ’80 con la “statalizzazione” della scuola e la sua trasformazione in Conservatorio. E che ora, dopo aver portato avanti per altri 20 anni i suoi compiti di salvaguardia e promozione della cultura musicale in città, si ritira in buon ordine.

L’ultima missione. Non prima però di essersi preso in carico un’ultima missione: dare il necessario sprint per superare le secche di una legge regionale barocca, scritta nel 1994 e che fino al 2012 impediva di aprire una scuola civica di musica se nella città era presente un Conservatorio. E che tutt’ora obbliga comunque i Comuni a consorziarsi per aprirne una.

Tentativo che le giunte di Ganau e del sindaco di Alghero Lubrano hanno fatto nel 2013, bloccandosi per lo scioglimento della giunta catalana. «Il gradimento del progetto del Comune di Sassari, membro del consorzio insieme a Regione, Provincia, Ente Concerti, Camera di Commercio ed Ente provinciale per il Turismo – continua Bisail, che del De Carolis è presidente – è noto. E siamo sicuri che la nuova amministrazione riprenderà il cammino da dove si era fermato».

La legge. Non è la mancanza di volontà a bloccar tutto, ma la legge regionale. Modificata anche con l’aiuto del rappresentante della Regione nel consorzio Antonio Deiara. «E che – spiega il professore del conservatorio che nel 2012 collaborava con l’allora assessore regionale Sergio Milia – ancora prevede l’obbligo di consorziarsi tra Comuni. Assurdo per Sassari visto che la platea minima prevista, che è di 15mila utenti, è ampiamente raggiungibile in solitudine dal capoluogo. Un consorzio quindi andrà fatto, o la legge andrà di nuovo modificata».

La soluzione. Soluzioni entrambe percorribili. Rimane da capire l’utilità di una scuola civica in una città che ha già liceo musicale e conservatorio. «In città c’è un grande e storico interesse per la musica, per tutti i tipi di musica – spiega Deiara –. E non si esaurisce certo solo nel liceo musicale (il liceo classico Azuni ndr), o nel conservatorio. La scuola civica nasce per fare da collante a tutto questo. Per ampliare la platea raggiungibile, per fare da appoggio a tutte le scuole che vogliono fare un corso di musica ma non ne hanno la possibilità. Per aprire l’insegnamento anche agli anziani, ad esempio. Ai quartieri, alla gente».

Tutti d’accordo. Tutti d’accordo. Con tanto di schema di riferimento è già presente: la delibera approvata dalla giunta Ganau nel marzo 2013. Lì si descriveva una scuola finanziata dalla Regione e dal Comune, oltre che con i contributi di altri enti pubblici e privati e con le iscrizioni degli allievi. Le spese programmate per l'avvio ammontavano a 426mila euro (287mila a carico della Regione, 42mila dal Comune e 96mila dagli allievi).

I fondi. Soldi che il Comune si ritrova in pancia grazie allo scioglimento del Consorzio che, come da Statuto, ha rigirato in rate annuali al Comune 1 milione e 600mila euro che negli anni aveva conservato in cassa. «Soldi risparmiati – sottolinea con non poco orgoglio il segretario Giovanni Guido – perché noi non siamo mai stati un poltronificio. E le cariche sono state coperte a titolo gratuito. E per vera passione». «Il consorzio è sempre stato un faro. E farne parte è stato un onore – chiude Bisail – ci sciogliamo perché il nostro compito è venuto meno. E alla città lasciamo questo testamento, o meglio questo auspico. Sicuri che presto sarà raccolto».

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