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Sesso sul web con ricatto, decine di denunce

di Gianni Bazzoni
Sesso sul web con ricatto, decine di denunce

Numerosi sassaresi finiti nelle trappole erotiche via chat: convinti a spogliarsi e a lasciarsi filmare, poi sono stati ricattati

10 dicembre 2014
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SASSARI. Adescati su Facebook e convinti da una prosperosa e intraprendente ragazza a iscriversi alla chat erotica. Quindi trascinati in un rapporto virtuale che va in crescendo e arriva al coinvolgimento totale con l’attivazione di Skype e della web cam che riprende la vittima che si è lasciata andare mostrando il proprio corpo nudo e si è esibita in movimenti e carezze proibite. A un certo punto però il gioco finisce e cominciano ad arrivare messaggi meno ammiccanti e più vicini alla realtà: «Ho registrato tutto, se non vuoi che le immagini finiscano su Facebook devi pagare». Le somme variano da 1500 a 7500 euro, con modifiche a seconda dell’esito della trattativa. In tanti hanno pagato attraverso il canale «Western Union» o con la Postpay e hanno evitato di presentare denuncia per vergogna. Chi invece ha avuto paura di essere finito in un giro pericoloso, con il rischio di essere chiamato a continui versamenti di denaro, ha deciso di presentare denuncia. E negli uffici della questura sassarese negli ultimi mesi si sono presentate numerose vittime del sesso pericoloso sul web con ricatto.

Non solo uomini ma anche qualche donna, adescata con le stesse modalità mentre curiosava sui social network. Così si è scoperto che in qualche caso sono stati dilapidati patrimoni familiari importanti da parte di persone finite nelle trappole erotiche.

Gli investigatori della squadra mobile hanno cominciato a lavorarci quando le denunce sono aumentate con il passare delle settimane. I protagonisti sono giovanissimi di vent’anni che si considerano smanettoni infallibili sul web, ma anche impiegati pubblici, liberi professionisti e alcuni pensionati ben oltre la sessantina. La truffa ha già coinvolto anche delle donne, tutte un po’ avanti negli anni, che inizialmente si sono vergognate dell’accaduto e sono state reticenti nel segnalare l’accaduto alla polizia; poi però hanno avuto paura che la vicenda potesse degenerare e hanno deciso di denunciare.

Dai primi accertamenti, è stata chiarita la tecnica utilizzata per il ricatto: tutto comincia con un profilo fasullo attraverso il quale viene chiesta l’amicizia alle potenziali vittime. Dopo una serie di comunicazioni apparentemente normali si passa allo scambio del contatto su Skype. Un modo ormai diffuso per ottenere i dati personali e anche il relativo profilo Facebook. E siccome l’«esca» è una ragazza graziosa e attraente, il resto della storia accade in rapida successione. La conversazione via chat diventa sempre più bollente, con messaggi provocatori. Fino all’attesa proposta: «Ti va di vederci in cam?». La videochiamata apre un ambiente che poi non è così privato come si vuole fare credere: sullo schermo compare sempre lei che non esita a mostrare le proprie bellezze, si muove con abilità e attiva un gioco che - a quanto pare - ha un copione che si ripete sempre uguale. E siccome la ragazza è già nuda, perché rifiutare la proposta di mostrarsi senza veli?

A quel punto la trappola è già scattata e tornare indietro non è proprio facile, perché spesso di mezzo ci sono mogli (o mariti, a parti invertite) e figli che il più delle volte figurano tra gli “amici” delle vittime, e quindi potrebbero essere spettatori del filmato che i ricattatori minacciano di postare su Facebook. Le immagini non hanno bisogno di commenti: si vede il ricattato che ha compiuto i gesti inequivocabili di chi si è lasciato andare completamente e si è cimentato in giochi e carezze proibite.

Il rapporto, però, si interrompe e il messaggio che gela ogni fantasia erotica lascia poco spazio all’interpretazione: «Come vedi ho registrato tutto, se non vuoi che lo faccia circolare su Facebook tra i tuoi amici, devi pagare». Il ricatto è servito, anzi si tratta di estorsione. Una truffa bene organizzata che sta turbando le notti di parecchi sassaresi (e di qualche donna) finiti nella rete.

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