La Nuova Sardegna

Sassari

Archeoastronomia, nuovi progetti

Archeoastronomia, nuovi progetti

Scoperte e ipotesi storiche dal convegno «La misura del tempo»: e parte un altro ciclo di ricerche

23 dicembre 2014
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SASSARI. Dai lavori del IV convegno internazionale di archeoastronomia in Sardegna «La misura del tempo», arriva un'importante novità relativa alla stipula di un'intesa ufficiale fra Società astronomica turritana, Aristeo, Istituto nazionale di fisica e università La Sapienza di Roma.

La novità. Una nuova stagione di intese ufficiali, che vede gli specialisti della Sat (Società astronomica turritana) e del Circolo culturale Aristeo in collaborazione con Marcello Ranieri dell'Inaf (Istituto nazionale di fisica) di Roma e con gli studiosi dell'Università La Sapienza di Roma. In questo senso, i contributi di Simonetta Castia (Aristeo), Marcello Ranieri, Marzia Monaco e Flavio Carnevale (Inaf e università La Sapienza), hanno illustrato le stimolanti evidenze emerse dall'applicazione di modelli metrici e pitagorici alle piante e alla descrizione degli allineamenti dei siti indagati in Sardegna durante l'ultima fase del progetto nella necropoli di Li Muri, nei circoli di Punta Candela di Arzachena e nel sito di S'Arcu 'e is Forros a Villagrande Strisaili.

Utile, al riguardo, anche il confronto con l'esperienza portata dall'archeologa Giuseppina Marras, nell'illustrare il rapporto tra nuraghi e metrologia, con risultati molto simili a quelli ottenuti dal gruppo di lavoro di Roma e Sassari.

Quarto anno di ricerche. La conclusione della IV edizione del convegno di archeoastronomia in Sardegna "La misura del tempo", ha rappresentato, dopo quattro anni, molto più che il consolidamento dell'iniziativa promossa e organizzata dal circolo Aristeo e dalla Società astronomica turritana, quanto l'avvio di un nuovo corso nelle ricerche sin qui condotte che si auspica possa essere foriero di ulteriori importanti contributi alla ricerca.

Alcuni dati. Il campione di domus censite, stimato in poco meno di 1000 unità, è ormai vicino al traguardo dei 1300 ipogei, cifra necessaria per considerare affidabili le risultanze delle analisi. In particolare, lo studio generale degli orientamenti degli ipogei neolitici della Sardegna, illustrato da Michele Forteleoni (Sat), ha evidenziato che in areali molto distanti l'orientamento predominante rimane il medesimo.

I contributi. Numerosi gli interventi di relatori qualificati, tra i quali spiccano i contributi offerti da Elio Antonello, presidente della Società Italiana di Archeoastronomia che, in un ampio excursus dedicato all'evoluzione dell'umanità a partire dal Paleolitico, ha rivelato e sottolineato l'influenza dei fenomeni astronomici sugli andamenti climatologici e culturali delle società preistoriche. Significativo anche il contributo di Mario Codebò, del Centro ricerche astronomia ligustica, che ha proposto un raffronto con gli orientamenti al polo nord, durante il III Millennio avanti Cristo, in alcuni insediamenti presenti in Egitto, Turkmenistan e Valle dell'Indo.

Nuovo ciclo di ricerche. Ma il convegno è stato l'occasione per presentare il nuovo ciclo di ricerche legato anche alle analisi metriche, spaziali e geometriche dei monumenti megalitici della Sardegna e degli edifici di età nuragica e di carattere cultuale e funerario.

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