La Nuova Sardegna

Sassari

Morte del poeta, la perizia scagiona i medici

di Nadia Cossu
Morte del poeta, la perizia scagiona i medici

Francesco Casu, artista di Ittiri, fu stroncato da un infarto. D’Aloja: condotta dei sanitari adeguata

25 marzo 2015
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SASSARI. «La condotta dei sanitari che ebbero in cura il Casu nella divisione di Medicina interna appare adeguata alle doverose regole dell’arte medica, sia da un punto di vista diagnostico che terapeutico, e nessun diverso atteggiamento avrebbe potuto impedire la comparsa dell’infarto del 16 febbraio». Sono le conclusioni di Ernesto D’Aloja al quale, in sede di incidente probatorio, era stata affidata dal giudice per le indagini preliminari Antonello Spanu una perizia per far luce sulle cause della morte di Francesco Casu - in arte Ettore Franco - 63 anni, artista e poeta di Ittiri deceduto a marzo del 2013 nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Civile di Sassari. I familiari avevano presentato un esposto in Procura ritenendo che potessero esserci delle responsabilità da parte dei medici che avevano preso in cura il loro caro nel precedente ricovero alle Cliniche universitarie. Tre medici dell'Unità operativa di Medicina generale sono finiti nel registro degli indagati: Rinaldo Tedde, 66 anni, Giovanni Casu, specializzando di 30 anni, e Giulia Meloni di 59, tutti difesi dall’avvocato Ettore Licheri. L’ipotesi di reato a loro carico è omicidio colposo. A chiedere una perizia era stato lo stesso pubblico ministero Gianni Caria. Una relazione che andrà a integrare la consulenza tecnica di parte già depositata dall’avvocato Stefano Porcu che assiste i familiari della vittima.

La storia clinica di Francesco Casu, invalido da tempo, era iniziata il 27 gennaio del 2013 con l'ingresso al pronto soccorso per dolori articolari, febbre, fastidi a un orecchio, macchie cutanee. In seguito c’era stata la diagnosi di vasculite e un sospetto di trichinellosi, poi risultato infondato. I parenti di Casu, si erano rivolti alla magistratura perché non erano riusciti a spiegarsi quella deriva iniziata con un semplice malessere. L’uomo era arrivato al pronto soccorso con solo qualche fastidio «e alla fine ci hanno detto – questo era stato lo sfogo dei familiari due anni fa – che aveva il fegato compromesso, la polmonite a entrambi i polmoni, i reni fuori uso». Unica patologia cronica di partenza, l’epatite B. Dal pronto soccorso del Civile, il 27 gennaio, Casu era stato ricoverato in Neurologia, alle Cliniche, dove gli era stata diagnosticata la vasculite, infiammazione dei vasi sanguigni, dopo che i medici avevano analizzato alcuni sfoghi cutanei che aveva sul corpo. Il 4 febbraio il trasferimento alla Clinica medica. Secondo quanto raccontato dalla famiglia al pm, l’11 febbraio era sorto il sospetto che Francesco Casu potesse essere affetto da trichinellosi, malattia infettiva endemica in Sardegna che si contrae mangiando carne cruda di animali infetti. Quelle macchie cutanee, in effetti, potevano orientare i medici verso una diagnosi di quel tipo. «In attesa che arrivassero i test - avevano spiegato i parenti - dall'11 al 16 febbraio gli è stato somministrato un farmaco per curare quell'infezione, ma pochi giorni prima della morte l'esito del test si è rivelato negativo». Prima, quindi, le cure per la vasculite, poi quelle per la trichinellosi. Le condizioni di Casu erano precipitate il 16 febbraio, quando era stato colpito da infarto. Trasferito d’urgenza in Cardiologia e poi in Rianimazione al Civile, il poeta di Ittiri morì il 7 marzo. La perizia di D’Aloja solleva i medici indagati da responsabilità. Ora sarà il pm a decidere se procedere o chiedere l’archiviazione.

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