La Nuova Sardegna

Sassari

Tre vescovi per l’addio a monsignor Amadu

Tre vescovi per l’addio a monsignor Amadu

Partecipata cerimonia funebre in onore del sacerdote e uomo di cultura scomparso a 94 anni

09 giugno 2015
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OZIERI. Commozione in cattedrale ieri mattina durante la celebrazione del rito funebre per monsignor Francesco Amadu, deceduto alle soglie del novantaquattresimo anno. Tanta gente nei banchi, tutti profondamente coinvolti in quanto era molto conosciuta la figura dell'illustre sacerdote-studioso-maestro, per tutta la vita instancabile ed illuminato ricercatore e valorizzatore di ogni aspetto della civiltà, della storia, della letteratura, dell'archeologia, de "sa limba".

La celebrazione della messa, accompagnata all'organo dalle musiche e dai canti di don Nino Carta, parroco di Buddusò, è stata presieduta dal vescovo titolare della diocesi di Tempio-Olbia e reggente di quella di Ozieri Sebastiano Sanguinetti con ai lati il vescovo di Terralba-Ales, Giovanni Dettori (già parroco della stessa Cattedrale ozierese e della Basilica di Nostra Signora del Regno di Ardara) ed il vescovo emerito di Nuoro Pietro Meloni. I presuli sono stati coadiuvati da tutti i parroci della diocesi a da numerosi sacerdoti della zona.

In prima fila il sindaco Leonardo Ladu con accanto il gonfalone della città. "Babbai" Amadu, nato a Pattada, ha rappresentato per decenni un sicuro punto di riferimento ed un luminoso faro per la cultura e la ricerca storica (religiosa e civile in specie), non solo a livello locale, tant'è che nei primi anni 2000 l'amministrazione comunale all'unanimità (sindaco allora Vanni Fadda), gli conferì la cittadinanza ad honorem. Seguì poi la nomina a Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana consegnatagli dal Prefetto di Sassari. «Ma delle tante onorificenze e riconoscimenti ricevuti in decenni di indefesso impegno a servizio della sua "madre Chiesa" e della comunità, don Amadu non teneva gran conto», è stato affermato dai colleghi sacerdoti e dai mille e mille estimatori. Il suo comportamento è stato sempre conseguente al carattere schivo e riservato.Nell'omelia monsignor Sanguinetti ne ha esaltato la figura di fondamentale importanza per la nostra diocesi per la quale ha pure svolto per oltre 30 anni con impareggiabile intelligenza e capacità organizzativa il compito di cancelliere di curia.Nel 1984, già canonico del Capitolo della Cattedrale, fu chiamato in Vaticano dove ricevette la nomina di Cappellano del Papa con l'autorizzazione al titolo di monsignore.

Anche l'assemblea comunale ieri sera gli ha tributato un più che giusto onore con il dotto intervento della giovane consigliera Maria Antonietta Canu che, come ha ricordato, fu anch'essa una dei tanti studenti beneficiari dell'immensa, preziosa dotazione libraria e documentale di don Amadu. A lei si è unito, a nome della cittadinanza, il sindaco Leonardo Ladu, definendolo fra l'altro una vera gloria per l'intera isola.

Gerolamo Squintu

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