La Nuova Sardegna

Sassari

L'INTERVISTA

«Nord Sardegna in affanno ma può uscire dalla crisi»

di Daniela Scano
«Nord Sardegna in affanno ma può uscire dalla crisi»

Il prefetto Salvattore Mulas racconta il dopo alluvione, il caso Ebola, i silenzi di E.On, le emergenze. «Questo territorio ha le energie e gli uomini per risollevarsi soltanto se resta unito»

26 giugno 2015
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SASSARI. La catastrofe dell’alluvione del 2013, il primo caso di Ebola diagnosticato in Europa, i silenzi sprezzanti e offensivi di E.On. E poi, le mille storie e i mille volti della crisi che soffoca il nord Sardegna e che sembra non avere fine. Quattro anni densi di emozioni e di esperienze, vissuti in un ufficio che certi giorni sembrava essere diventato la valvola di sfogo di un territorio deluso e vicino alla resa. Lui però è convinto che questa provincia possa farcela «ma restando uniti – avverte – perché solo così si può vincere». Chi lo conosce bene sa che non è una frase di circostanza. Il prefetto Salvatore Mulas, che lascia Sassari per andare a Verona, non è proprio il tipo.

Un territorio piegato. «Quando sono arrivato a Sassari, ricordando la provincia leader che avevo conosciuto, ho trovato un territorio piegato dalla crisi che lo aveva investito in pieno – ricorda –. Quella crisi fa ancora sentire i suoi effetti, tuttavia sono certo che il Sassarese e la Gallura abbiano le basi economiche, sociali e culturali per uscirne. Basti pensare all’Università, e a tanti bravi sindaci con i quali abbiamo già realizzato buone cose. E non solo con loro: i quattro accessi nei cantieri della Sassari-Olbia, coordinati dalla prefettura, sono stati un esempio di sinergia degli enti e delle forze dell’ordine incaricati dei controlli. In questi anni sono stati costituiti comitati, aperti tavoli per parlare dei problemi. Bisogna continuare su questa strada, restando uniti e facendo sistema, senza stancarsi. Il nord Sardegna ha gli strumenti, gli uomini e le energie per farcela. Ed è questo il mio augurio, da prefetto e da sardo».

Il “caso Ebola”. Ogni capitolo dei quattro anni trascorsi a Sassari corrisponde a un momento difficile, a una emergenza. Il prefetto Mulas le ripercorre, analizzandole con il suo stile poco convenzionale. Come quando, parlando delle polemiche su come è stato gestito il soccorso e il trasferimento dell’infermiere malato di Ebola, sbotta «la prima volta che capita una cosa così in Europa, e capita a Sassari... chi poteva prevederlo? Eppure tutto è stato gestito in maniera ineccepibile, come ha riconosciuto anche il ministero della Sanità. Non c’era la barella adatta? Pazienza, l’assessore Arru le aveva ordinate e non erano ancora arrivate... Ma per il resto, ringraziando il fatto che il paziente ha collaborato moltissimo, ma grazie anche a un buon lavoro di gruppo di tutti i soggetti coinvolti, tutto è andato per il meglio. Il “caso Sassari” viene studiato per il protocollo da applicare a questo tipo di emergenze in Italia. Perché non possiamo essere orgogliosi delle cose positive che facciamo? Questo proprio non lo capisco».

Catastrofe e soccorsi. Lo stesso rammarico accompagna le polemiche sulla gestione della immane emergenza dell’alluvione di Olbia. «Nel giro di un giorno e mezzo abbiamo messo in movimento una macchina dei soccorsi che è stata lodata dal capo della Protezione civile Franco Gabrielli – dice il prefetto –. Sono state messe in campo tante di quelle professionalità e tutti hanno collaborato, c’è stato un coordinamento impressionante e potente in un momento tragico per la Sardegna e per l’Italia. Ovviamente non parlo di ciò che non era stato fatto prima, ma dopo l’alluvione la macchina dei soccorsi è stata efficace ed efficiente. Ci hanno lavorato migliaia di persone con abnegazione e passione che non dimenticherò mai».

«Il dovere dell’accoglienza». La stessa macchina, spiega Savatore Mulas, che è stata attivata per gestire l’accoglienza dei migranti: l’ultima emergenza coordinata dalla prefettura di Sassari. Il soccorso a uomini che arrivano da realtà di sofferenza è «un fenomeno difficile da governare – spiega il prefetto –, qualche sindaco è preoccupato. C’è chi ha paura di sottrarre risorse ai suoi concittadini. Tuttavia, dopo avere verificato tutte le situazioni, l’accoglienza è un dovere e l’Italia è un paese che accoglie. Anche in questo campo, bisogna essere capaci di fare sistema, ma qualcosa in questo senso si sta muovendo. Si è riunita l’Anci, gli amministratori hanno capito che devono agire. Ma non mi stupisce. Ripeto, in questo come in altri ambiti questo territorio mi ha sempre dimostrato grande capacità. Infatti con i sindaci abbiamo fatto grandi cose».

I silenzi di E.On. Salvatore Mulas è invece meno ottimista quando affronta il tema della crisi industriale, soprattutto a Porto Torres. I silenzi e l’atteggiamento di E.On sono uno dei ricordi negativi della sua permanenza a Sassari. «Un dispiacere – ammette –. Possibile che non si riesca a strappare una garanzia a E.On sulle cose che si era impegnata a fare e che non ha fatto. Credo che a Porto Torres le grandi battaglie sindacali debbano andare avanti, che la politica locale debba prendere in mano la situazione. Perché questo territorio non può vivere solo di turismo, che comunque è importantissimo. A Porto Torres esistono le infrastrutture e bisogna poterle usare in un territorio bonificato, perché lì hanno gettato di tutto. Ho dovuto spostare i vigili del fuoco dalla Darsena perché era piena di veleni». «Le bonifiche – avverte il prefetto – sono una questione centrale, ma spero che, stimolati dal ministero dell’Ambiente e dalla regione, finalmente partano».

Progetto da integrare. Salvatore Mulas non è del tutto convinto che il futuro sia nella chimica verde. «All’inizio sembrava così e me lo auguro, ma da qualche tempo c’è stato un rallentamento – è la sua sensazione –. Si tratta di un progetto che va integrato. E poi, bisogna vedere cosa farà l’Europa».

Salvatore Mulas lascia l’isola, ma non appena potrà tornerà e non da turista, ma da sardo che rientra nella sua terra. «Il mio saluto è un augurio di buona fortuna, questo territorio se la merita tutta».

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