La Nuova Sardegna

Sassari

Fiamme e fumo tra l’ospedale e le case

di Salvatore Santoni
Fiamme e fumo tra l’ospedale e le case

Le fiamme sono di natura dolosa e hanno devastato un capannone: la colonna nera e densa era visibile da chilometri

02 luglio 2015
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SASSARI. Paura e tensione per un incendio doloso di vaste proporzioni divampato intorno alle 14 di ieri a valle della struttura sanitaria di San Camillo, al confine tra i territori di Sassari e di Sorso. Le fiamme hanno avvolto alcuni terreni compresi fra le strade vicinali “Malafede” e “Taniga-San Giacomo Medas”, e via Padre Costantino Devilla, distruggendo completamente un vecchio capannone abbandonato e lambendo pericolosamente alcune abitazioni presenti nella zona.

Numerosi residenti sono scese in strada dove il traffico è rimasto bloccato per ore mentre una densa nube nera, visibile a chilometri di distanza, ha ammorbato la zona. Ingente il dispiegamento di uomini e mezzi: le operazioni di spegnimento sono terminate nel tardo pomeriggio.

Sono circa tre gli ettari di uliveti diventati cenere. Con loro, anche parecchi alberi di eucalipto e una palma secolare, completamente divorata dalle fiamme. Ma per tirare le somme finali bisognerà aspettare i risultati dei sopralluoghi che verranno effettuati nei prossimi giorni.

I primi a rendersi conto di cosa stava accadendo nella valle vicina sono stati i dipendenti della struttura sanitaria di San Camillo, che hanno immediatamente dato l’allarme avvisando i soccorsi.

Sul posto si sono precipitati la forestale, i vigili del fuoco, i barracelli di Sorso e Sassari, la polizia municipale di Sassari, la polizia stradale, i carabinieri, la protezione civile: una trentina di persone, tutte impegnate a evitare il peggio. Inoltre, per domare definitivamente le fiamme si è reso necessario l’intervento di un elicottero spegni fuoco.

Secondo le prime ricostruzioni, l’incendio sarebbe di origine dolosa poiché è divampato in piena campagna, fra alcune sterpaglie, per poi espandersi sospinto dal vento fino a divorare una vecchia struttura industriale – in passato utilizzata come allevamento di polli e galline – per poi arrivare a poche decine di metri dal complesso sanitario.

E proprio la copertura plastica del tetto del capannone in disuso da circa 10 anni – in passato era destinata ad allevamento di polli e galline, ora pare essere nella disponibilità della Regione – ha alimentato le fiamme contribuendo a sprigionare una densa nube nera che ha ammorbato la zona fino all’arrivo dei soccorsi. La colonna di fumo a un certo punto è diventata talmente grossa da amplificare la reale percezione delle dimensioni del rogo. A chi guardava questo scenario da un chilometro di distanza, l’impressione è stata di un inferno di fuoco che continuava ad alimentarsi. Perciò tra i residenti e i dipendenti della struttura ospedaliera, non solo c’è stata apprensione, ma dei momenti di vera paura. Fra i primi, alcuni sono scesi in strada preoccupati per valutare la distanza fra il fronte del fuoco e le loro case. Altri, invece, giunti in auto si sono ritrovati l’accesso alla strada vicinale sbarrato da carabinieri e poliziotti, e hanno cercato invano di raggiungere le case a piedi per controllare la situazione. Per una decina di minuti c’è stato un via vai frenetico di persone allarmate. L’intervento delle squadre di soccorso è stato reso difficoltoso dal forte vento e dalla conformazione del territorio. Non a caso si è reso necessario l’intervento di un elicottero per raggiungere le zone più impervie. Il velivolo ha effettuato tre passaggi per poi rientrare e lasciare la situazione in mano agli uomini a terra: le attività di spegnimento sono andate avanti per tutto il pomeriggio con esito positivo.

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