La Nuova Sardegna

Sassari

Tentato omicidio Teste oculare: Garau non partecipò alla lite

di Nadia Cossu
Tentato omicidio Teste oculare: Garau non partecipò alla lite

Padre e figlio imputati per l’accoltellamento di un operaio Nel processo di ieri un testimone chiave scagiona l’adulto

08 luglio 2015
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SASSARI. «Per quanto ho visto io con i miei occhi, posso escludere che Antonio Salvatore Garau abbia partecipato alla colluttazione, e quindi che abbia accoltellato Christian Cappai».

A domande precise degli avvocati difensori Elias Vacca e Pasqualino Federici risponde in questo modo uno dei testi chiave nel processo che si sta celebrando per il tentato omicidio di Christian Cappai, l’operaio sassarese di 40 anni, ferito a coltellate lo scorso marzo nella scalinata tra via Farina e via Ogliastra, nel quartiere Monte Rosello. Per quel fatto sono finiti in carcere Antonio Salvatore Garau, di 56 anni, e suo figlio Angelo Salvatore, di 22. Cappai rischiò la vita perché il coltello (peraltro mai ritrovato) gli perforò un polmone.

Dall’attività investigativa svolta dai carabinieri era emerso che padre e figlio si fossero presentati armati di coltello a un incontro con la vittima: a quanto pare doveva esserci un chiarimento per vecchie storie, ma a un certo punto c’era stata l’aggressione finita nel sangue. E rispetto a queste “vecchie storie”, l'uomo – assistito dall’avvocato Giuseppe Onorato – aveva ricordato un episodio del 2009, quando era stato arrestato dalla polizia per un furto in appartamento e poi scagionato. «Una vicenda allucinante – aveva detto Cappai dopo il ferimento di marzo – il giudice mi ha prosciolto per non avere commesso il fatto. Io non avevo fatto niente e l’avevo detto fin dal primo momento, senza essere creduto». Tanto che per quel periodo trascorso in carcere – come aveva sottolineato l’avvocato Onorato – a Cappai era stato riconosciuto anche il risarcimento da parte dello Stato per l’ingiusta detenzione.

Nel processo di ieri, il testimone citato dal pm Carlo Scalas ha raccontato al collegio presieduto da Salvatore Marinaro di essere un amico di Cappai e un conoscente dei Garau. «Quando quel giorno arrivai, vidi la colluttazione tra Garau figlio e Cappai, quest’ultimo lo “sovrastava” per via della corporatura più grossa ma quando Garau padre si avvicinò i due si erano già separati, non partecipò all’aggressione». Il processo è stato aggiornato a settembre.

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