La Nuova Sardegna

Sassari

SENTENZA CHOC

L'Unione europea rivuole 35 milioni stanziati nel 2002: mazzata su 28 alberghi

di Gian Mario Sias
L'hotel San Marco, ad Alghero
L'hotel San Marco, ad Alghero

Gli aiuti erano stati concessi nel 2002 per la riqualificazione delle strutture, ma per Bruxelles c'è un errore nel bando regionale. Gli imprenditori: «Hotel all’asta»

15 luglio 2015
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SASSARI. «È una beffa, mi sento truffato, potrei essere costretto a mettere tutto all’asta». Bastano le parole di Domenico Caruso, titolare dell’hotel San Marco di Alghero, per sintetizzare una vicenda ai limiti del paradosso. Un cortocircuito sull’asse Cagliari – Bruxelles, partito dagli uffici della Regione e propagatosi nelle stanze del potere economico-politico comunitario, coinvolgendo il sistema giudiziario in un percorso inverso che si è concluso solo nei giorni scorsi. Con un verdetto molto amaro per 28 imprenditori sardi, che ora si vedono costretti a restituire dei contributi ottenuti tredici anni fa, con tanto di interessi.

Il totale è da capogiro: 35milioni. Un danno di proporzioni enormi, con tutto ciò che ne consegue in termini di rischi per la vita di quelle aziende e per i posti di lavoro che hanno garantito sino a oggi. A spiegare molto chiaramente i grotteschi dettagli di una storia che si trascina da 17 anni è l’avvocato Alessio Vinci, che insieme ai colleghi Giovanni Dore e Fabio Ciulli ha difeso le ragioni di 18 degli albergatori chiamati in causa loro malgrado dal giudizio espresso alcuni giorni fa dal Tribunale civile di Cagliari.

«Nel 1998 la Regione Sardegna ha emanato la legge 9, riconoscendo la possibilità che gli albergatori ottenessero dei contributi per la riqualificazione delle proprie strutture», esordisce Vinci. Completato tutto l’iter di approvazione e formalizzata la compatibilità del provvedimento con le regole comunitarie sugli aiuti di Stato, la Regione pubblica il primo bando e le imprese avanzano le proprie candidature. Nel 2002 in 28 ottengono i finanziamenti, ma nel 2004, a sei anni dalla promulgazione della legge regionale e a due anni dalla concessione dei contributi, viene avviato un procedimento di indagine formale per aiuti di Stato attuati abusivamente.

«Secondo la Commissione europea, l’aiuto non poteva essere concesso a chi ha avviato i lavori prima di presentare domanda di contributo», spiega l’avvocato Vinci. E qui il racconto del legale diventa paradossale. «Le imprese hanno scoperto solo dopo che il finanziamento era condizionato da questo vincolo che la Regione aveva taciuto, avendo tra l’altro pubblicato il proprio provvedimento in estratto – prosegue il legale – e sebbene nel corso dell’indagine formale la Regione abbia confessato le proprie responsabilità, ammettendo di aver indotto le imprese in errore, la Commissione europea nel 2008 ha stabilito che quei contributi siano illegittimi e che vadano recuperati»

. Con tanto di interessi a decorrere dal 2002, anno dell’erogazione. Da quel momento in poi tutta la vicenda si sposta nelle aule di tribunale. Dalla sentenza di primo grado in Lussemburgo alla giustizia amministrativa, sino ad arrivare al tribunale civile di Cagliari, la linea è sempre la stessa.

«Per la giustizia siamo colpevoli perché ci siamo fidati incautamente, ci hanno detto proprio così, del decreto della giunta regionale», spiega Lelle Coghene, altro albergatore di Alghero, la città più beffata in assoluto. La maggior parte delle attività coinvolte si trovano nel territorio della Provincia di Sassari, da Sorso a Valledoria passando per il capoluogo, e in Gallura, soprattutto Arzachena, Santa Teresa e San Teodoro, ma non mancano Quartu Sant’Elena, Villasimius, Arbus e altre rinomate località turistiche. Che da domani rischiano di assistere al fallimento di imprese che in alcuni casi operano e garantiscono occupazione da oltre trent’anni.

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