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Con la nomina smentite le voci sulla soppressione della diocesi

Con la nomina smentite le voci sulla soppressione della diocesi

OZIERI. La notizia della nomina di monsignor Corrado Melis alla guida della diocesi di Ozieri allontana il timore della soppressione della diocesi di Ozieri. Un timore che sembrava poter diventare...

19 luglio 2015
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OZIERI. La notizia della nomina di monsignor Corrado Melis alla guida della diocesi di Ozieri allontana il timore della soppressione della diocesi di Ozieri. Un timore che sembrava poter diventare realtà dopo quasi tre anni di vacanza della sede vescovile, dopo la partenza di monsignor Sergio Pintor nel dicembre 2012, ma che non è nuovo. Se ne parlò già tra il 1975 e il 1978, nel lunghissimo triennio trascorso prima della nomina di monsignor Giovanni Pisanu. Lo spettro della soppressione in questi ultimi mesi si era fatto però molto più concreto, stante la riforma in atto delle diocesi all’insegna di una sorta di spending review. La diocesi di Ozieri - nata dalla unione di Castro e Bisarcio, soppressa nel periodo spagnolo e risorta nel 1803 - è una delle più piccole della Sardegna (con Lanusei), conta poco più di 40mila abitanti, divisi in 30 parrocchie, e soprattutto soffre di una grave carenza di sacerdoti: una quarantina in tutto. Questi i motivi che nei mesi passati stavano rendendo sempre più concreta l’ipotesi della soppressione con un accorpamento al vescovato di Tempio-Ampurias o addirittura uno smembramento tra Ampurias, Sassari e Nuoro. Timori divenuti spettri all’inizio di quest’anno, dopo la presentazione del disegno di riforma delle circoscrizioni della Chiesa in Italia e nel mondo. Un barlume di speranza si era acceso a maggio con le parole pronunciate dal presidente della Conferenza episcopale italiana cardinale Bagnasco: «Decida la Sardegna», aveva detto il prelato, restituendo il sorriso ai fedeli della diocesi di sant’Antioco. Un sorriso divenuto più smagliante qualche giorno dopo con la visita in città del sostituto alla segreteria dello Stato Vaticano monsignor Angelo Becciu, in città per celebrare le cresime, che nella cattedrale si era lasciato sfuggire la frase «come sarà bella questa cattedrale quando saluterà il nuovo vescovo». Una frase poi non commentata, quasi come se si fosse trattato di un auspicio, ma la vicinanza del prelato con il pontefice aveva riacceso tante speranze che oggi si sono tradotte in realtà. (b.m.)

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