Ossi senza pediatra, famiglie in assemblea
Martedì riunione al Casablanca per scongiurare la chiusura dell’ambulatorio il 31 agosto
OSSI. Il destino dell’ambulatorio pediatrico è segnato: il 31 agosto cesserà la sua attività, non essendo possibile alcuna deroga.La possibilità di una sopravvivenza è legata all’esile speranza di una relazione da inviare al Comitato provinciale Asl che si riunirà il 9 settembre e quindi all’assessorato regionale della Sanità con tutte le motivazioni a sostegno della richiesta. La delegazione di sindaci (Ossi, Muros, Cargeghe e presidente del Coros) e di genitori torna a casa profondamente delusa, ma decisa a continuare la battaglia. Ragioni che sono emerse negli incontri formali e informali dei giorni scorsi e che sono state messe a punto nell’assemblea di martedì scorso. Negli otto comuni dell’ambito dal primo settembre saranno due e non più tre i pediatri di base, uno con ambulatorio a Tissi e l’altro a Ploaghe: 600 è il rapporto ottimale pazienti (sino a 5 anni) - medico, 780 il numero massimo raggiungibile anche con i bambini dai 6 ai 14 anni.
Attualmente i bambini seguiti presso l’ambulatorio di Tissi (cui fa riferimento anche Usini) risultano 739, vicino alla quota massima di 780; a Ploaghe (con Florinas e Codrongianos) risultano 483; quelli seguiti sinora ad Ossi sono 655.
Primo disappunto da parte delle mamme: Ossi non viene penalizzato per carenza di numeri, ma solo per il fatto che il pediatra in servizio lascia per collocamento in pensione. I disagi non sono di poco conto, ricordano i sindaci, che si fanno portavoce delle proteste dei genitori. Nella sostanza, essendo la sede di Tissi praticamente satura, i bambini avrebbero solo la possibilità di rivolgersi all’ambulatorio di Ploaghe, una sede piuttosto lontana (45 km tra andata e ritorno), per giunta non servita dai mezzi pubblici. Altro problema sorge per i bambini oltre i cinque anni, i cui genitori in teoria dovrebbero avere la facoltà di scegliere tra pediatra e medico di base, ma che di fatto in buon numero perderanno questa facoltà di scelta e dovranno iscriversi negli elenchi dei medici di famiglia. E qui i sindaci Serra, Scano e Oggiano avanzano due riflessioni: quale sarebbe il risparmio per il Servizio sanitario nazionale, se comunque un medico (o di base o pediatra) deve essere preso in carico? Seconda riflessione: è proprio opportuno portare in un ambulatorio frequentato da adulti con patologie diverse bambini di poco più di cinque anni? Se riorganizzazione dev’essere, è la conclusione, deve avere un senso; ma soprattutto non può essere scaricata sui soggetti più deboli. Il tempo è stretto: i sindaci stanno approfondendo i dettagli per la relazione, cui è legato l’ultimo barlume di speranza, mentre i genitori stanno procedendo a una raccolta di firme. Martedì alle 11 assemblea al cinema Casablanca.Pietro Simula