La Nuova Sardegna

Sassari

Scuola: contro la legge a colpi di rinvii

di Gabriella Grimaldi
Scuola: contro la legge a colpi di rinvii

Ieri l’incontro dei docenti per stabilire una strategia comune nei Collegi, domani nuova assemblea sindacale

01 settembre 2015
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SASSARI. L’unica tecnica di difesa contro le armate è la guerriglia. Sembra questa la linea condivisa dal mondo della scuola per ribellarsi a una riforma, quella della “buona scuola” varata da Renzi con la legge 107, considerata dalla maggior parte dei docenti e dai loro rappresentanti sindacali estremamente dannosa per il futuro dell’istruzione nel nostro Paese. Così, ieri nel corso di un incontro che si è tenuto nella sala della Cgil in via Rockefeller i docenti del Nord Sardegna “in difesa della scuola” hanno stabilito una linea comune per opporsi alla normativa. «L’idea - hanno detto gli intervenuti - è quella di ostacolare l’applicazione della legge rinviando il rinviabile. Dobbiamo essere compatti a partire dai primi collegi docenti». Oggi infatti sono previste le riunioni dei professori in tutte le scuole ed è in programma all’ordine del giorno la discussione sugli organici potenziati, uno dei punti più criticati. «Le scuole possono chiedere docenti in più per coprire gli insegnamenti ma in realtà la legge non specifica quale ruolo effettivo avranno. Il pericolo è che vengano chiamati per una materia e poi siano utilizzati come jolly. La definizione degli organici potenziati può essere rinviata in attesa che le disposizioni siano più chiare».

Un altro punto per il quale si è deciso di prendere tempo è l’elezione dei nuclei di autovalutazione: anche in questo caso l’indicazione delle rappresentanze sindacali è quella di rinviare il più possibile l’adempimento nella speranza che alla fine la riforma si areni.

Ieri, nel corso della riunione hanno anche parlato gli insegnanti precari che, secondo la legge, entro pochi giorni dovranno prendere servizio nelle sedi assegnate, molte delle quali fuori dall’isola: no all’emigrazione forzata, è stato ribadito nel corso della partecipata riunione di ieri. E inoltre c’è anche un’enorme incognita all’orizzonte: che fine faranno i docenti già in graduatoria dall’ultimo concorso se, come si dice, ne verrà bandito uno nuovo entro l’anno?

Altro grande tema affrontato è stato quello di definire i termini delle richieste da fare alla Regione per stimolare una concreta reazione politica a livello nazionale.

La mobilitazione dunque continua a ritmi serrati tanto che è già in programma per domani un nuovo incontro organizzato stavolta dalle principali sigle sindacali. L’evento si svolgerà alle 10 nell’aula magna dell’Istituto Geometri di Sassari. «Come più volte ribadito - si legge in un comunicato - sono l’impianto complessivo della legge e il modello aziendalistico, privatistico e autoritario che essa sottende ad essere pericolosissimi: l’attuazione di questa legge non produrrà affatto una scuola migliore, di qualità, ma costituendo un tassello fondamentale del progetto di smantellamento della nostra Costituzione, produrrà una scuola pubblica divisa e attraversata da forti tensioni. Per questo il mondo della scuola, ma in realtà tutta l’Italia democratica non possono permettere che ciò accada». Secondo le organizzazioni sindacali i ricorsi contro gli aspetti più illegittimi della scuola «devono essere accompagnati e sostenuti da una mobilitazione unitaria e compatta dei lavoratori, degli studenti e delle famiglie per far sentire la netta contrarietà a questo progetto di deformazione della scuola».

Ancora una volta si ribadirà in maniera decisa la necessità di chiamare in causa la Regione e i suoi rappresentanti politici perché facciano valere l’autonomia della Sardegna nell’applicazione della legge «in modo che vengano tutelati i diritti di chi, quasi sempre donne, è costretto a lasciare la famiglia per garantirsi un lavoro precario fuori dall’isola».

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