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Sassari

Sassari, a Predda Niedda orti segreti e pezzi di Chinatown

 Sassari, a Predda Niedda orti segreti e pezzi di Chinatown

Il capogruppo grillino Maurilio Murru denuncia in Consiglio la situazione di degrado nella zona industriale

12 settembre 2015
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SASSARI. «Baracche, orti e discariche, scorci di periferia “industriale”. Mentre il Consorzio in liquidazione dal 2008 continua a elargire fior di stipendi (700 mila euro per 12 dipendenti) c'è chi indisturbato, ai margini dei capannoni, fa quel che vuole». Parole di Maurilio Murru, capogruppo in consiglio comunale del Movimento 5 Stelle, che sul degrado di Predda Niedda, e in particolare su alcune “strane” coltivazioni ad orto chiuse con recinzioni di fortuna, adiacenti ai fabbricati che svolgono attività commerciali o di ristorazione la cui gestione è riferibile alla comunità cinese, ha presentato nei giorni scorsi un’interrogazione.

«Tutto regolare? – si chiede Murru, allegando all’interrogazione una serie di eloquenti immagini –. Possibile che se un comune cittadino costruisce una tettoia in campagna nel giro di pochi giorni riceve verifica e sanzione mentre a queste persone sembrerebbe essere concesso tutto?». Poi la polemica sul consorzio che gestisce l’area industriale: «Per la promozione, lo sviluppo e la cura delle problematiche gestionali dell'area industriale di Predda Niedda è stato istituito nel 1971 il Consorzio Zir – spiega Murru – e, pur se tale consorzio è in liquidazione in esecuzione di una legge regionale del 2008, continua a mantenere il personale per lo svolgimento delle sue funzioni, 700mila euro di stipendi all'anno per 12, dico 12 dipendenti (2 solo manutentori) il resto quadro e funzionari per cosa? Di questo consorzio il Comune di Sassari alla data odierna detiene la partecipazione del 33 per cento. Cosa intendono fare il sindaco e la giunta per verificare le situazioni sopra descritte, affinché si identifichino eventuali irregolarità, si ripristini la legalità e si provveda ad un costante controllo dell'area interessata?».

Irregolarità che vanno: «Dalle discariche abusive – attacca l’esponente del Movimento 5 Stelle– a coltivazioni ad orto chiuse con recinzioni di fortuna, adiacenti ai fabbricati che svolgono attività commerciali o di ristorazione la cui gestione è riferibile alla comunità cinese. E, all'interno delle stesse aree sono inoltre facilmente rinvenibili baracche e depositi destinati a materiali di dubbia origine. Pensiamo che sia il caso di intervenire, o perlomeno i vederci chiaro. E il Comune ci deve delle risposte». (g.bua)

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