La Nuova Sardegna

Sassari

«Niente tagli sulla pelle dei bambini»

di Paoletta Farina
«Niente tagli sulla pelle dei bambini»

Parla Antonio Dessanti, il “padre” della chirurgia pediatrica: «Si vuole chiudere il reparto perché ce lo chiede il Qatar?»

14 settembre 2015
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SASSARI. «Niente tagli sulla pelle dei bambini». C’è tutta la rabbia di chi per 40 anni i bambini li ha curati nell’invocare una retromarcia da parte della Regione sulla ventilata chiusura della chirurgia pediatrica sassarese a vantaggio dell’Ospedale Mater di Olbia. La voce di Antonio Dessanti – già direttore del reparto che nel 1991 fece nascere come responsabile della sezione di chirurgia pediatrica, dal 2007 riconosciuta come struttura complessa, oltre che vice presidente di Sardegna Amaci (Associazione malattie chirurgiche infantili che raggruppa le famiglie dei bimbi affetti da patoligie ) – si aggiunge alle altre voci indignate. Arrivate in questi giorni dai medici e pediatri che hanno innalzato le barricate contro questa proposta di riforma della rete ospedaliera. «Una riforma che per quanto riguarda tutto il settore materno infantile a Sassari , così com’è presentata, non solo non garantisce la qualità dell’assistenza pediatrica, ma anzi mette a rischio la vita dei neonati, e per di più non va nemmeno nel senso della razionalizzazione e del risparmio», afferma categorico il professor Dessanti.

Gli arabi “favoriti”. «L’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru dice che verso la Qatar Foundation finanziatrice del Mater Olbia non è stato compiuto alcun favoritismo – rincara il vicepresidente di Sardegna Amaci –. Ma poi sostiene che la chirurgia pediatrica nel nuovo mega ospedale olbiese è stata richiesta dagli arabi per coprire una specialità non presente in Gallura. Un’affermazione illogica. Alla quale rispondo: ma allora la Regione ha deciso la chiusura a Sassari perché ce lo chiede il Qatar? Per paradosso, ma ragionando in questo modo, perché non si apre il reparto a Macomer, dove non c’è, che è al centro della Sardegna, e quindi ha una posizione strategica, oppure ad Alghero che è servito dall’aeroporto? C’è qualcosa che non quadra e mi stupisce che proposte del genere arrivino da un assessore che è anche un medico e dovrebbe conoscere bene certi meccanismi assistenziali».

Neonati in pericolo. «Ma quello che sconcerta è che si vuole penalizzare Sassari, perché al momento questo è, per dare un servizio altrove che non garantirà gli stessi standard di assistenza finora assicurati nel nostro capoluogo ai pazienti pediatrici – afferma l’ex direttore della chirurgia pediatrica universitaria –. Al Mater di Olbia non è prevista nè neonatologia nè la terapia intensiva neonatale, senza la cui presenza non si potranno affrontare le patologie più complesse del neonato. In questo modo si toglierebbe alla neonatologia la figura del chirurgo pediatricoc he è indispensabile per la cura anche dei neonati non necessariamente affetti da patologie chirurgiche ma che comunque necessitano di tutta una serie di piccoli ma non meno importanti interventi chirurgici che sono salvavita per i nuovi nati.Con il paradosso che allora da Sassari i neonati da operare si dovranno trasferire verso gli ospedali della penisola. Riprenderanno quindi, dalla nostra città, i viaggi della speranza, che proprio grazie alla creazione del reparto, erano stati interrotti venti anni fa. Un reparto fortemente voluto allora, oltre che dai neonatologi, anche dall’allora direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria, il compianto Gianni Cherchi, a cui è stato intitolato, e che ora senza alcuna ragione logica si vuole far scomparire ».

Ritorno al passato. Un ritorno al passato che Dessanti non accetta. «Basti pensare – dice –che i bambini sardi curati fuori dall’isola sono meno di 100 ogni anno e la maggioranza proviene dal Cagliaritano. In questi anni dalla chirurgia infantile di viale San Pietro sono stati mandati ono stati mandati fuori dall'isola solo bambini di oltre un mese d’età e quasi esclusivamente perché qui non esiste qui la rianimazione pediatrica, cioè' una rianimazione per i bambini di oltre 1 mese di età. Le competenze, insomma, non ci mancano tanto che avevamo a suo tempo segnalato all’assessore regionale Liori e a Felicetto Contu, all’epoca presidente della commissione sanità della Camera, che avremmo potuto farci carico anche dei tanti neonati chirurgici che dagli ospedali cagliaritani partivano e continuano a partire con voli d’emergenza verso il Bambin Gesù romano, con la motivazione che qui in Sardegna non possono essere curati. Il che , naturalmente non è vero. Ecco, si vuole incidere sui costi della sanità e poi pazienti che potrebbero essere curati nella loro terra vengono trasferiti altrove».

L’appello. «Perciò, l’appello che faccio è alle famiglie dei piccoli . Vogliamo che si perda una conquista e una garanzia della salute? Non mi sembra che sia questo il modo di riformare la sanità sarda, perché la mancanza di un servizio importante come quello che il reparto ha finora assicurato avrà effetti a catena. Contro i quali la città deve battersi. L’assenza di una chirurgia pediatrica in un Dipartimento Materno Infantile mette in discussione la qualità' dell'assistenza pediatrica nel suo complesso. Penso ad esempio alle ripercussioni che questa mancanza potrebbe avere sul futuro di un qualificato servizio assistenziale ostetrico a Sassari, di una ostetricia cioè' che garantisca una adeguata assistenza non solo alla mamma ma anche al suo bambino. Stiamo in guardia

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