La Nuova Sardegna

Sassari

Case degli alluvionati messe all’asta, scoppia la protesta

di Salvatore Santoni
Case degli alluvionati messe all’asta, scoppia la protesta

Sit-in degli abitanti di largo Ruiu davanti al Comune Il quartiere nacque per le vittime del nubifragio del ’67

19 settembre 2015
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SORSO. L’universo di largo Salvatore Ruiu è costellato di storie di difficoltà. Nato per ridare dignità a decine di famiglie vittime del nubifragio del 1967, oggi accoglie mamme con figli al seguito che cercano di sbarcare il lunario, anziani soli, padri disoccupati e giovani disperati in attesa di una giornata di lavoro. E poi c’è chi è costretto a letto dalla malattia e che nella vista sul quartiere ha tutto il suo mondo, e chi purtroppo non riconosce neanche i propri cari. Da qualche giorno, l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Morghen, ha messo all’asta le loro sedici abitazioni, suddivise in quattro blocchi, che sorgono in un noto quartiere popolare della città. Trentasemila euro il prezzo posto a base d’asta, con garanzia del diritto di prelazione per gli attuali inquilini. Ieri la loro rabbia è arrivata fino in municipio: «Nessuno di noi ha le possibilità economiche». Dall’amministrazione la linea è chiara: «Vendita necessaria per questioni di bilancio, ma offriamo rateizzazioni e garanzie bancarie».

La storia. Alla fine degli anni ’60, in seguito a un violento nubifragio che spazzò via la Romangia causando due vittime, la Regione stanziò dei fondi per permettere ai Comuni di costruire gli alloggi destinati agli alluvionati di Sorso. Fu una sorta di risarcimento materiale (e morale), quello delle casette di largo Ruiu, che negli anni è mutato in un diritto trasmesso di padre in figlio. In ogni caso, gli assegnatari erano (e sono) tenuti a corrispondere un canone mensile molto contenuto (nell’ordine di poche decine di euro).

L’asta. L’avviso d’asta pubblica è dell’11 settembre. Il prezzo base per ognuna delle 16 unità immobiliari è fissato in 36mila euro, con rialzi di 500 euro. È previsto il diritto di prelazione da parte degli inquilini «a condizione che siano regolarizzate eventuali morosità pregresse». L’offerta va presentata entro le 12,30 del 30 settembre.

La protesta. Venerdì mattina, gli inquilini di largo Ruiu hanno chiesto udienza a sindaco e assessori. A riceverli c’era, invece, il dirigente del settore finanziario che - suo malgrado - si è ritrovato a gestire gli animi concitati della protesta. «Dopo 45 anni il Comune ha messo all’asta le nostre case senza dirci il motivo, prendendo una decisione sicuramente legittima ma senza cuore e senz’anima, soltanto nel nome del dio denaro», si legge in una lettera fiume sottoscritta dagli inquilini. Il Comune ha offerto loro una rateizzazione e una garanzia per eventuali mutui bancari. Ma il risultato di una divisione per zero è pur sempre zero, e difficilmente i disoccupati di largo Ruiu avranno accesso al credito. «Ci sentiamo colpiti nella nostra dignità di persone. Tutti sanno che la maggior parte delle persone del nostro quartiere non possono permettersi di comprare un bel niente».

La politica. L’appello degli inquilini a stoppare la procedura di vendita è stato raccolto dal consigliere comunale Michele Cossu, che ieri ha presentato una mozione per chiedere al sindaco e alla giunta «un impegno ad annullare il procedimento di vendita», partendo dal presupposto che «si tratta prevalentemente di anziani, disoccupati e invalidi, per niente in grado di avere accesso al credito per poter riscattare l’abitazione».

Liste d’attesa. Ma qual è la situazione di Sorso rispetto all’esigenza di alloggi popolari? L’ultima graduatoria comunale utile per le case ex Iacp (oggi Area), risale al 2004, quando fu stilata una lista di 59 assegnatari e 10 esclusi. Più tardi, nel 2009, il Comune di Sorso avviò una nuova ricognizione: pervennero 69 domande. Una procedura che però non venne mai conclusa poiché nel frattempo la Regione aveva smontato il sistema di commissioni comunali, e così il bando finì per perdersi nei meandri dell’apparato burocratico.

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