La Nuova Sardegna

Sassari

Studente sassarese pestato a sangue, fidanzato geloso a giudizio

di Nadia Cossu
Studente sassarese pestato a sangue, fidanzato geloso a giudizio

Al giovane era stata tesa una trappola dal ragazzo possessivo di una sua amica. In aula il racconto della vittima: mi gettò nel cassonetto e poi mi chiuse nel bagagliaio

15 ottobre 2015
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SASSARI. Ha ripercorso in aula con estrema lucidità i momenti di quella terribile alba di cinque anni fa quando venne pestato a sangue dal fidanzato geloso di una sua amica e finì in ospedale in condizioni molto gravi.

Francesco, studente universitario, ieri mercoledì 14 ottobre (assistito dall’avvocato Pietro Diaz) ha raccontato al giudice Teresa Castagna cosa avvenne quella notte del 2010 tra corso Angioy e viale Mancini. Per quei fatti tre persone sono finite a processo: Mauro e Alessandro Garau e Dario Satta, tutti accusati di sequestro di persona, violenza privata e percosse aggravate (alla vittima furono assegnati 40 giorni di cure). Un incubo durato più di mezzora, una tragedia evitata grazie all’intervento tempestivo dei carabinieri.

Francesco, all’epoca 22enne, molto conosciuto negli ambienti giovanili, era finito tra le grinfie del gelosissimo fidanzato di una sua amica, colpevole di averla salutata con troppo entusiasmo poco prima in discoteca. Lo studente era arrivato al pronto soccorso con il viso trasformato in una maschera di sangue, gonfio e con diverse contusioni al torace. «Ero appena rientrato a casa intorno alle 5 – aveva raccontato Francesco al pronto soccorso e ha poi confermato ieri in aula – quando mi è arrivato un sms dove c’era scritto: “Mi hanno lasciata sola in corso Angioy al freddo, puoi venire a prendermi per accompagnarmi a casa?”. Un messaggio strano ma allo stesso tempo normale visto che è un’amica dai tempi delle superiori. Così, sono andato in via Angioy. Lei era all’angolo di viale Mancini, spaventata e infreddolita. Ho aperto il finestrino per chiamarla e lei ha fatto appena in tempo a dirmi: “Scappa, scappa è stato il mio ragazzo a mandarti l’sms, vuole...”. Un secondo dopo mi è arrivato un pugno in faccia. Sono rimasto stordito, mentre uno alto e grosso apriva lo sportello della mia Polo e mi tirava fuori con la forza».

E per lo studente a quel punto è cominciato l’incubo. Il fidanzato geloso gli ha urlato in faccia parole di ogni genere e poi ha cominciato a picchiarlo. Pugni, schiaffi, calci davanti ai due amici che nulla avrebbero fatto per fermarlo (e infatti sono imputati in concorso con Mauro Garau). Francesco era stato poi acchiappato per un braccio e trascinato verso i giardini pubblici. La città era deserta a quell’ora. «Mentre mi riportava in corso Angioy – aveva ricordato ancora Francesco – sono riuscito a fare il 112 con il cellulare che avevo in tasca. Arrivati lì, mi ha preso di peso, mi ha scaraventato dentro un cassonetto e l’ha chiuso. Poi, mi ha tirato fuori e mi ha incastrato nel bagagliaio della mia auto. Quando stava per partire sono arrivati i carabinieri. Ho capito che erano loro e ho dato dei pugni sulla fiancata per farmi sentire. Così sono stato liberato».

Francesco, intontito dalle botte, pesto e sanguinante, era stato accompagnato all’ospedale con un’ambulanza. In seguito aveva sporto denuncia. La prossima udienza si terrà il 6 aprile.

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