La Nuova Sardegna

Sassari

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La missione di don Piredda in Madagascar

Pietro Simula
Don Emanuele Piredda
Don Emanuele Piredda

Il sacerdote è tornato in paese e la parrocchia organizza una raccolta per sostenere i suoi progetti

22 ottobre 2015
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OSSI. Rientrare a casa col pensiero fisso del ritorno. Don Emanuele Piredda è partito in Madagascar due anni fa assieme a don Francesco Meloni con un mandato ben preciso: sacerdote missionario in aiuto alle popolazioni di un paese povero, dove la fede è filtrata da una quotidianità fatta di stenti cui occorre dare sollievo. In questo breve lasso di tempo l’esperienza è stata coinvolgente; un calcio alle comode abitudini del benessere per inserirsi in un mondo atavico e primitivo.

Emanuele è tornato per un breve periodo nel proprio ambiente di origine, per dare conto della esperienza già maturata. Si entusiasma e si emoziona durante gli incontri organizzati per ascoltarlo nelle parrocchie del circondario. A sud del Madagascar, diocesi di Ihosy, distretto pastorale di Analavoka, 1500 chilometri quadrati di savana, la vita è legata alla produzione di riso, alimento quotidiano insieme ai brodini di verdure e di erbe rubate alla natura.

«Ho finalmente capito – dice con tono ispirato – che la prima terra di missione sono io e che laggiù c’è molto da imparare». E parla della dignità di un popolo pacifico, laborioso, assetato di conoscenza pur nelle ristrettezze quotidiane. Nei villaggi sparsi per la savana la casa è ancora una capanna; il paese è povero e privo delle infrastrutture e dei servizi più essenziali.

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Inevitabile rimboccarsi le maniche. Il missionario deve occuparsi di tutto, racconta: dall’assistenza sociale a quella sanitaria, dalla scuola alle buche nelle strade. Nell’unico dispensario al servizio del distretto pastorale di Analavoka, gestito dalla suore manzelliane, suor Leonarda, in qualità di infermiera professionale, non conosce soste (l’ospedale più vicino è a 120 chilometri di distanza, 8 ore di viaggio per strade dissestate). Sul versante dell’educazione scolastica il contributo ad elevare il livello di alfabetizzazione (limitato al 30 per cento della popolazione) si rivela indispensabile.

Il messaggio di don Emanuele, viene raccolto in paese dalla parrocchia e dalle associazioni, che organizzano due giornate di sensibilizzazione. Sabato 24 appuntamento all’ex cinema parrocchiale in via Santa Teresa; dalle 15 alle 18 attività di sensibilizzazione alla “Responsabilità civile e sociale” rivolte a bambini e ragazzi dai 5 ai 14 anni; alle ore 20 serata organizzata dal gruppo “Gli amici di don Emanuele B.O.”.

Domenica alle 10.30 ritrovo ai giardini pubblici di piazza Gramsci; alle 11 messa unica; alle 13 all’ex cinema parrocchiale pranzo comunitario, (ognuno porterà qualcosa singolarmente o con la propria associazione da condividere con gli altri); alle16.30 incontro con Lorenzo Braina: «Gli incompresi, storie di vita di ragazzi e genitori». Ore 18.30: la serata continua. Durante la manifestazione verranno raccolti fondi per i progetti di don Emanuele in Madagascar.

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