La Nuova Sardegna

Sassari

Sennori: la discarica “abusiva” è in un terreno comunale

di Salvatore Santoni
Un'immagine della discarica abusiva
Un'immagine della discarica abusiva

Il blitz con i vigili urbani voluto dal consigliere Salvatore Porru. In una scarpata lastre di trachite come quelle della nuova piazza di San Basilio

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SENNORI. Qualche bottiglietta di plastica, un deposito autorizzato e una discarica abusiva. È il risultato del blitz ambientale scattato ieri mattina a Sennori su richiesta del consigliere comunale Salvatore Porru e del segretario del gruppo politico “Per Sennori”, Angelo Ruggiu. Per tutta la mattina i due hanno accompagnato i vigili urbani e il personale dell’ufficio tecnico in alcune zone critiche del paese. In via Manzella scovata un’area di circa 150 metri quadri nascosta sotto a una scarpata. All’interno della discarica è stato rinvenuto anche un tipo di basolato molto simile a quello utilizzato per il rifacimento della piazza della chiesa di San Basilio.

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Il blitz. La giornata inizia nei peggiori dei modi. Il primo tentativo è in via Spano, nella parte alta di Sennori. La scena è memorabile: da una parte due rappresentanti politici indignati che scrutano fra i ciuffi d’erba e parlano di discarica; dall’altra il comandate dei vigili urbani, Enrico Cabras, che non crede ai propri occhi. Sullo sfondo, mentre i tre discutono animatamente, c’è un terreno completamente sgombro, a parte qualche bottiglietta di plastica qua e là. Sul posto arriva anche l’assessore ai Lavori pubblici, Nicola Sassu, e subito viene redarguito dal segretario Ruggiu: «Con quale macchina sei arrivato? Con quella del Comune eh? Non puoi guidarla!». Nel frattempo, a poca distanza dalla discarica fantasma, un confinante spiega che in realtà il terreno è stato occupato per un periodo dai materiali di scavo di un cantiere, e rimossi dalla ditta già da un pezzo. E sotto cosa c’è? «Più che pietre non possono trovare», taglia corto l’uomo.

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Deposito temporaneo. Tutti a bordo delle auto: la seconda tappa è in via Rosselli, angolo via Falcone. Qui la musica cambia: a rovinare il panorama sul ponte di San Biagio e sul golfo dell’Asinara sono enormi cumuli di terra di scavo, pietrame vario e alcuni imponenti ceppi di alberi, sradicati nel cantiere “Sennori 2015”, che interessa il vicino centro sportivo di Montigeddu. I vigili srotolano il decametro e appuntano i circa 300 metri quadri di area occupata. Più tardi si scoprirà che si tratta di un deposito temporaneo e autorizzato dall’area tecnica comunale. Unico neo: manca la recinzione richiesta e la cartellonistica di sicurezza.

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Buona la terza. Di nuovo in marcia: la terza tappa è in via Manzella, nel cuore del paese. Appena sceso dalla macchina, l’assessore Sassu sbianca. Il terreno è di proprietà del Comune e non c’è alcuna autorizzazione temporea di deposito, anche perché si tratta di una scarpata. Sotto al naso, sul costone c’è un po’ di tutto: scarti di edilizia, mattoni, intonaci, plastica, polistirolo e altro. E poi c’è una corposa serie di mattoni in trachite, scuri tendente al rossastro, molto simili alla nuova pavimentazione di recente posa nel piazzale della parrocchia di San Basilio. L’ipotesi dei segnalanti (Porru e Ruggiu) è roba seria: «Si tratta del porfido della piazza di San Basilio». Apriti cielo, i toni si fanno più accesi. Nella discussione vengono coinvolti anche alcuni residenti che vivono a un palmo dalla discarica. «Li vediamo scaricare tante volte, dicono che sono autorizzati dal Comune», spiega il capofamiglia. Il mistero si infittisce a tarda sera, quando si scopre che uno dei due pallet di trachite, parcheggiato nel piazzale delle chiesa fino a poco tempo fa, è sparito nel nulla.

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