La Nuova Sardegna

Sassari

Città metropolitana, l’ok dall’economia

di Andrea Massidda
Città metropolitana, l’ok dall’economia

Gli imprenditori, i commercianti e i sindacalisti del Nord Sardegna si schierano compatti dalla parte dei sindaci in rivolta

29 ottobre 2015
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SASSARI. In quella che si preannuncia come una durissima lotta per far riconoscere anche alla Sardegna settentrionale lo status di “area metropolitana”, con tutto ciò che di positivo ne conseguirebbe a livello di finanziamenti e quindi di chance per il rilancio economico, i sindaci del Sassarese potranno contare sul pieno appoggio della parte produttiva e sociale del territorio. Lo si era già capito martedì scorso durante l’assemblea plenaria dei primi cittadini, quando - a discutere della riforma degli enti locali - accanto ai rappresentanti dei 66 comuni del nord ovest dell’isola erano seduti quelli delle principali associazioni di categoria e dei sindacati. Ma la conferma del sostegno deciso arriva ora direttamente dalla voce dei numeri uno provinciali di Confindustria, Camera di Commercio, Filt Cgil e Confcommercio. Il motivo? Semplice: nessuno da queste parti riesce a comprendere per quale motivo la giunta regionale (ed eventualmente il Consiglio, che in brevissimo tempo dovrà esprimersi sul disegno dell’esecutivo) voglia rinunciare all’opportunità di avere due “città metropolitane” (l’unica sarebbe Cagliari), con il rischio concreto di trasformare il cosiddetto Capo di Sotto in un “asso pigliatutto” .

Il primo a pronunciarsi è Gavino Sini, presidente della Camera di Commercio di Sassari, il quale pur ammettendo che la riforma è necessaria e che questo è il momento giusto per farla, dice di condividere totalmente la linea dei sindaci sul piede di guerra. E per esprimere il concetto utilizza una metafora piuttosto efficace. «È un po’ come se a noi del Nord Sardegna ci stessero convincendo che la laurea che avrà soltanto Cagliari non serve a nulla - spiega - e che dunque possiamo accontentarci di un qualsiasi diploma. Mettiamo anche che sia così, ma se poi le cose dovessero cambiare noi ci ritroveremmo senza un titolo importantissimo pur avendo avuto tutti i requisiti per conseguirlo. Fuor di metafora - continua Sini - la questione dell’area metropolitana del Nord è fondamentale, non fosse altro perché le aziende per crescere hanno bisogno di un territorio forte, ora si compete per sistemi. Il nostro auspicio - conclude - è che all’ombra dei campanili sardi si capisca che questo non è un gioco a somma zero, della serie io vinco e tu perdi, ma che con due aree metropolitane vincono tutti».

Favorevole alla creazione di una città metropolitana del Nord Sardegna si dichiara anche Pier Luigi Pinna, leader provinciale di Confindustria. Ma a una condizione. «Si deve partire da progetti precisi e intenti condivisi da tutto il territorio settentrionale - chiarisce -, perché se esistono antagonismi con il nord ovest come quelli ventilati in Gallura, allora preferiamo l’Unione dei Comuni».

Vicino ai sindaci in rivolta è inoltre Arnaldo Boeddu, segretario regionale della Filt Cgil. «L'area metropolitana del Nord Sardegna non solo è una legittima richiesta, ma paradossalmente rafforza anche quella cagliaritana».

Appoggio «senza se e senza ma», infine, da parte di Carlo Colombino, presidente Confcommercio Nord Sardegna: «Sarebbe assurdo che proprio noi sardi non tenessimo in considerazione quanto già definito dall’Unione europea, che parla di due aree metropolitane indicando Cagliari e Sassari».

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