La Nuova Sardegna

Sassari

Nule, Stefano Masala è sparito 6 mesi fa. I familiari: «Gli amici sanno qualcosa, dicano dov'è»

di Nadia Cossu
Stefano Masala, 28 anni, scomparso a Nule
Stefano Masala, 28 anni, scomparso a Nule

Nuovo appello dei parenti del 27enne scomparso il 7 maggio 2015, il giorno prima dell'omicidio dello studente orunese Gianluca Monni: «Aiutateci a riportarlo a casa»

07 novembre 2015
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NULE. «Stefano lo dobbiamo riportare a casa!». È una richiesta accorata di aiuto ed è allo stesso tempo un monito rivolto a chi sa qualcosa, a chi potrebbe anche solo dare una dritta importante agli investigatori, una parola che sia grado di indirizzare le ricerche verso un luogo preciso.

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Era il 7 maggio del 2015, sono quindi passati sei mesi esatti dalla scomparsa di Stefano Masala, il 29enne sparito nel nulla il giorno prima dell’omicidio di Gianluca Monni, lo studente di Orune ucciso a fucilate mentre aspettava il pullman per andare a scuola.

Due episodi – si era detto fin dall’inizio – collegati in qualche modo tra loro. Stefano si era allontanato da Nule la sera prima del delitto a bordo della macchina del padre, ritrovata poi nelle campagne di Pattada distrutta dalle fiamme. Si era ipotizzato, a livello investigativo, che l’auto potesse esser stata utilizzata per raggiungere il paese della Barbagia la mattina dell’omicidio di Gianluca.

I familiari di Stefano vivono nella disperazione più totale e oggi lanciano un appello forte a qualche amico «con la “a” minuscola – tengono a precisare – che sa dove è Stefano». Li invitano a parlare «perché quando la verità verrà fuori (perché questo succederà) non debbano incorrere in responsabilità che forse non hanno».

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Parlano di questi «interminabili mesi» fatti di «continue ricerche in posti inimmaginabili. Ma nonostante ciò non siamo riusciti a trovarlo. Chiediamo che si continui a cercare. Per questo stiamo divulgando foto e descrizione degli indumenti che aveva al momento della scomparsa. Noi questo dobbiamo continuare a fare, cercare e cercare, perché Stefano lo dobbiamo riportare a casa!!!!».

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Assistiti dall’avvocato Caterina Zoroddu, sono consapevoli del fatto che le indagini spettino agli inquirenti «che ringraziamo – aggiungono – per il lavoro che stanno svolgendo. Abbiamo, dal primo momento, totale fiducia in loro».

Però ora, a differenza di altre volte, sentono il bisogno di esternare una profonda convinzione. Cioè che qualcuno sappia dove Stefano si trova. E a queste persone oggi – a distanza di sei mesi dalla scomparsa – si rivolgono con forza: «Parlate!».

In questo periodo la comunità di Nule è sempre stata vicina alla famiglia Masala: «Ringraziamo tutta la popolazione e tutto il mondo ecclesiastico che ci è vicino con la presenza e con la preghiera. Ogni istante si stringono attorno a noi».

Sotto il profilo investigativo – relativamente all’omicidio Monni – non ci sarebbero apparenti novità. Tutto è fermo ai due indagati: un minorenne di Nule (che Stefano Masala conosceva) e suo cugino 24enne di Ozieri. Le forze dell’ordine non hanno mai abbandonato la convinzione che i due fatti siano collegati tra loro.

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