La Nuova Sardegna

Sassari

Area vasta, lo scontro esplode sul web

di Andrea Massidda
Area vasta, lo scontro esplode sul web

Dopo il post di Mario Segni interviene su Facebook anche l’assessore regionale Cristiano Erriu con un commento al vetriolo

20 novembre 2015
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SASSARI. La battaglia con al centro il disegno di legge sul riordino degli enti locali si combatte anche sui social network. Dopo la clamorosa uscita di Mario Segni – che due giorni fa aveva accusato i consiglieri regionali eletti nel Sassarese di indorare l’amara pillola della mancata città metropolitana del Nord Sardegna assicurando compensazioni e contrappesi a suo avviso inesistenti («smettetela di raccontarci balle, questa è solo una presa in giro»), ecco che adesso a intervenire online è il più accanito sostenitore della riforma, non foss’altro perché l’ha elaborata lui stesso: l’assessore regionale Cristiano Erriu. Il quale, pur senza fare nomi e cognomi, pubblica sul suo profilo Facebook un post al vetriolo che si conclude con una locuzione latina solitamente incisa sulle tombe di personaggi che in vita hanno goduto di grande popolarità: «Dopo aver cavalcato per anni la tigre referendaria contro le province, con geometrica coerenza, c'è chi preannuncia un nuovo referendum per rimettercele. Sic transit gloria mundi».

L’esponente della giunta regionale risponde dunque al fuoco che da un po’ di tempo gli riservano dal Capo di Sopra. Ma – oltre alle critiche – al commento di Erriu seguono anche alcuni like da parte di politici del Nord Ovest. Il che dimostra quanto l’argomento sia sentito e nel contempo la scarsa unità della Sardegna settentrionale nel rivendicare pari opportunità con Cagliari, l’unica città metropolitana contemplata dal disegno di legge che entrerà in aula verosimilmente entro la prossima settimana.

Dal canto suo, sempre su Facebook, il consigliere regionale del Pd Salvatore Demontis difende la sua posizione da mediatore riassumendo il contenuto dell’emendamento da lui stesso presentato e approvato dalla prima commissione. È quello nel quale si parla delle Unioni di comuni di area metropolitana e si dice che queste «ai fini dell’assegnazione di risorse statali o comunitarie sono considerate soggetti equivalenti alla città metropolitana». Ma anche che «qualora vengano escluse dalla partecipazione a finanziamenti statali o comunitari destinati a interventi di sviluppo per le città metropolitane, con la sola motivazione della definizione giuridica della forma associativa dei comuni, la regione provvede con proprie risorse a garantire condizioni finanziarie equivalenti, sulla base di apposite intese con dette unioni». Le famose compensazioni, insomma. O il «contentino», per i detrattori della riforma.

«Non è di artefizi lessicali che abbiamo bisogno, ma di essere riconosciuti area metropolitana, così come Cagliari, il resto è fantasia», replica Benedetto Sechi, presidente del Gac Nord Sardegna. «A me interessa il risultato non il titolo», gli risponde Demontis.

Tuttavia lo scontro è durissimo anche offline. «Siamo veramente incazzati – tuona Leonardo Masia, presidente della Confapi di Sassari –, la legge che condizionerà la vita dei cittadini, delle imprese e degli organi amministrativi per i prossimi cinquant'anni si approva battendo ogni record di velocità. Qualcuno ci spiega tutta questa fretta? Comunque sia – aggiunge – noi rimandiamo al mittente qualsiasi forma di compensazione».

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