La Nuova Sardegna

Sassari

Da Ozieri alla Tanzania per studiare la disabilità

di Pinuccio Saba
Da Ozieri alla Tanzania per studiare la disabilità

Reportage di Alessandro Ledda sulle donne affette da disturbi mentali Il tirocinio di 45 giorni in Africa grazie all’Università e alla onlus “Tulime”

13 febbraio 2016
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OZIERI. Tanzania. Un paese tre volte più grande dell’Italia che si affaccia sull’Oceano Indiano, dove vivono circa 45 milioni di persone. Un paese che, come altri stati africani, potrebbe essere ricchissimo e invece i tanzaniani vivono con due dollari (meno di due euro) al giorno. Una popolazione soprattutto rurale, a maggioranza cristiana ma dove sopravvivono superstizioni e leggende popolari. E proprio in Tanzania un giovane ozierese, Alessandro Ledda di 23 anni, ha scelto di svolgere un tirocinio universitario (è iscritto al terzo anno del corso di laurea in Scienze della Comunicazione dell’Università di Sassari), una ricerca sociologica ma con risvolti antropologici, sulla condizione dei disabili mentali. Alessandro Ledda ha fatto base nel villaggio di Pomerini, un villaggio rurale, dove vivono cinque ragazze che «lottano ogni giorno contro ogni forma di discriminazione». Un’esperienza che Alessandro Ledda ha condensato in un reportage video, “Le ragazze di Tabasamu”, girato con mezzi di fortuna messi a disposizione dalla “Tulime onlus” che «offre supporto all’agricoltura e all’allevamento, favorisce l’istruzione e la salute delle persone e delle comunità e lavora nel campo della sostenibilità ambientale e dell’affermazione dei diritti degli esseri umani “coltivando” il rispetto e la cura della dignità umana, l’incontro tra persone di culture diverse». Dietro questo reportage c’è una ricerca sociologica con questionari e interviste che Alessandro Ledda ha condotto in 45 giorni.

In una realtà difficile, dove «i disabili sono ancora considerati figli del male. La stregoneria pretende si tagli loro una parte del corpo per ricavarne ricchezza e fortuna», recita la voce fuori campo in apertura di reportage. Un video «profondo e delicato, che intende indagare, attraverso lo sguardo discreto di un osservatore esterno, il ruolo della comunicazione nell'integrazione delle persone affette da disabilità mentali». Un video che racconta la storia di cinque donne disabili, Fikiri, Sara, Doto, Ema e Adija, una storia fatta di superstizione, discriminazione e ignoranza, ma anche di entusiasmo, voglia di cambiare le cose, tenacia.

Il tirocinio ha riguardato una ricerca sociologica mirata a indagare «il ruolo della comunicazione nell’integrazione delle persone affette da disabilità mentali». Ma il reportage, oltre a un percorso di crescita personale di Alessandro Ledda, è anche una testimonianza delle reali condizioni in cui sono costretti a vivere i disabili in Tanzania sui progressi del progetto “Tutto è possibile” guidato dalla onlus Tulime (in lingua swahili “Coltiviamo”) che mira ad accrescere l’autostima e l’autonomia delle donne del villaggio di Pomerini, una comunità che mette le donne costantemente ai margini. Il reportage, inoltre, intende sensibilizzare su un tema di attuale interesse anche nel “mondo civilizzato” dove la discriminazione va ben oltre le barriere architettoniche, un posto di lavoro negato o un parcheggio rubato. Perché l'affermazione dei diritti degli esseri umani è univoca: un messaggio dalla Tanzania per far riflettere, ancora una volta, sul fatto che la diversità può solo costruire e mai distruggere.

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