La Nuova Sardegna

Sassari

Nuova sala giochi: il Serd lancia l’allarme

di Luigi Soriga
Nuova sala giochi: il Serd lancia l’allarme

I pazienti sono indignati perché sanno di essere vulnerabili: «Avrà un impatto devastante perché offre cibo, alcol e gioco»

13 febbraio 2016
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SASSARI. Una nuova cattedrale delle slot machine, in una città dove è già germogliato un videopoker ogni 95 abitanti, è l’ultima cosa di cui Sassari sentiva il bisogno. I primi ad essere preoccupati sono proprio i seguaci patologici di questa religione dell’azzardo, quelli che hanno già toccato il fondo e che da anni tentano di riconvertirsi a una vita normale.

«Ne parlavamo proprio nei giorni scorsi con i miei pazienti – racconta la psicologa Rossella Tanca del Serd di San Camillo – la notizia della nuova sala di via Vardabasso è arrivata anche qui. E i pazienti sono assolutamente indignati. Ancora di più delle persone che intervengono sui social, perché loro, il problema della dipendenza da gioco, l’hanno vissuta e la vivono ancora sulla loro pelle. E sanno bene quanto può essere destabilizzante e accattivante un punto gioco come quello che sta per aprire: accogliente, con tanti apparecchi, con zona ristoro e possibilità di consumare alcolici. È un mix potentissimo, perché offre un pacchetto completo al giocatore e lo invoglia a trascorrere molto tempo a contatto col suo problema. Inoltre le dipendenze molto spesso sono doppie: alla ludopatia si accompagna il bisogno dell’alcol, e una sala con bar e ristorante soddisferebbe tutto». Quindi i pazienti si sentono vulnerabili, perché dalla dipendenza si esce con grande fatica, ma i nervi scoperti restano. E passare di fronte a una piccola Las Vegas è un po’ la stessa sensazione che prova un bulimico a passeggiare davanti a un ristorante dove cucinano porcetto con patate e gnocchetti alla salsiccia. Dieta ferrea addio.

«Nel 2015 abbiamo in carico 31 nuovi casi di gioco di azzardo patologico – spiega la responsabile del Serd Danila Grazzini – nel 2014 i nuovi ingressi erano 36. E in media i pazienti trattati ogni anno sono circa un’ottantina. Dalla ludopatia si guarisce, ma è un percorso molto lungo e faticoso. La fase più complicata è la ricostruzione dei rapporti familiari, disintegrati dai danni economici e affettivi che il gioco patologico è capace di produrre». Non ci sono medicine, a parte qualche antidepressivo in situazioni particolari, e l’unica arma per arginare la dipendenza sono le sedute di psicoterapia. «Lavoriamo con le famiglie e con i partner. Scandagliamo i vissuti familiari e andiamo indietro nell’albero genealogico. In genere incontriamo sempre qualche precedente». E l’altra arma è lavorare sul contesto sociale, sulla prevenzione e sulla sensibilizzazione, scardinando le tentazioni alla radice. «I gestori fanni i loro interessi e non sempre rispettano le leggi – dice Danila Grazzini – faccio degli esempi, visti con i miei occhi a Sassari. Le slot per legge dovrebbero essere ben evidenti nei locali, e invece vengono sistematicamente posizionate in luoghi appartati, per garantire riservatezza ai giocatori. Altro esempio: gli esercenti dovrebbero affiggere accanto agli apparecchi dei cartelli che avvertono sui possibili effetti della ludopatia. Il Serd ne ha prodotti e distribuiti parecchi. Eppure mi è capitato di vederli appesi in formato ridotto. Qualcuno, dalla dimensione originale in A4, li ha riprodotti e appesi in formato quadretto. Le scritte si leggevano solo con la lente di ingrandimento».

Purtroppo il giocatore incallito non molesta quotidianamente la sorte solo pigiando tasti su una macchinetta, ma lo fa anche grattando con una moneta o strisciando la carta davanti a un pc. «Abbiamo anche dipendenze da gratta e vinci. Più c’è crisi economica e più si cerca il premio importante che risolva i problemi. Se si controlla con attenzione il tappeto di gratta e vinci di fronte alle tabaccherie, si potrà notare una cosa: talvolta in terra ci sono dei tagliandi con delle vincite di pochi euro, del tutto ignorate. Questo perché la grattata è compulsiva, e l’attenzione è concentrata sulla somma consistente».

E infine l’azzardo on-line: «Questi pazienti sono in aumento». Dove i conti bancari e le vite si prosciugano nel tepore di una cameretta, in solitudine, al riparo dagli sguardi e dal giudizio sociale.

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